Corriere della Sera

La stima dei danni è di almeno quattro miliardi

Il premier: tutto tornerà come prima. Iniziato lo smantellam­ento delle tendopoli di Amatrice

- DALLA NOSTRA INVIATA V. Pic.

«Terè ma hai saputo che viene il Papa?». «Ma nooo... il vescovo». Nelle tendopoli non ci credono. Ma ieri la voce che, stamane, alla messa in onore delle vittime, sarebbe arrivato il Pontefice, si è diffusa, incontroll­abile. Qualcuno assicurava che sarebbe arrivato domenica, per l’Angelus. E nessuno voleva perdere l’occasione capace di lenire un po’ il dolore della ricorrenza: è un mese esatto dal terremoto. Ma le macerie ancora ingombrano le strade e l’anima.

«Ricostruir­emo tutto dov’era e com’era», assicura il premier, Matteo Renzi, da Roma, in una conferenza stampa in cui il capo dipartimen­to della Protezione civile, Fabrizio Curcio traccia una stima dei danni: «Serviranno almeno 4 miliardi». Un’analisi che, precisa Renzi, «va verificata punto per punto. Il terremoto ha colpito non solo luoghi dove ci sono state vittime ma ha creato lesioni importanti in altre zone». L’obiettivo, manda a dire Renzi ai cittadini di Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto, Accumoli è ricreare tutto «più bello di prima»:

I dubbi Si cerca di convincere le persone a scegliere opzioni temporanee, ma molte hanno dubbi

«prime, seconde case ed esercizi commercial­i».

Cifre che fanno scuotere la testa nella tendopoli: «A noi basterebbe poter rimanere qui. Anche in una roulotte, ma accanto a casa nostra. Tra sette mesi che ci ritroviamo?», lamentano, e tardano ad andare via. Anche se ieri, giorno fissato per lo sgombero, nessuno ha forzato la mano. Si tenta di convincere tutti a scegliere per un’opzione: tra le altre hotel sulla Costa adriatica, contributo per autonoma sistemazio­ne, residenze sanitarie. Ma sono ancora molti i dubbiosi. Tocca al sindaco Sergio Pirozzi rassicurar­li: «Ma se non ve ne andate e non smontiamo le tende come le costruiamo le casette? E su». Intanto progetta, incontra, accoglie offerte e prende accordi. E ai giornalist­i spiega: «Io devo pensare al futuro. Non posso rimanere fermo alle macerie. Sogno per il giorno di Pasqua la resurrezio­ne di Amatrice. Ma ci sarà solo con il lavoro. Assieme alle casette dovrà nascere un’area commercial­e, la palestra, l’ospedale, tutto. Altrimenti sarà solo un presepe».

Le macerie comunque vanno tolte. Ma il rimpallo continua. Il procurator­e capo di Rieti, Giuseppe Saieva, assicura: «La settimana prossima arrivano i primi dissequest­ri degli immobili crollati, per dare il via alla rimozione dei detriti. Ma la prima cosa è mettere in sicurezza la torre civica». Intanto lunedì sul tavolo dei magistrati arriverà una mappa dei singoli edifici in cui sono stati trovati i morti. Anche per mettere fine alle voci che si rincorrono su altri dispersi. Oggi si pregherà anche per loro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy