Corriere della Sera

Un milione di camere per Marriott

Si chiude la fusione con Starwood, nasce la più grande catena di hotel del mondo In portafogli­o il St.Regis, il Cala di Volpe a Porto Cervo e l’Excelsior Gallia di Milano

- @MicBorrill­o Michelange­lo Borrillo

Più di un milione di camere e 5.700 strutture in 110 Paesi (e 8,7 milioni di hamburger e 1,6 milioni di club sandwiches serviti all’anno): è il biglietto da visita con cui si presenta il neonato gruppo alberghier­o più grande del mondo, risultato di una fusione da 13,6 miliardi di dollari. Quella con cui Marriott e Starwood Hotels hanno messo insieme alcuni tra i più noti marchi alberghier­i del mondo: tra gli altri (complessiv­amente, adesso, sotto il cappello Marriott Internatio­nal sono 30) Courtyard e Ritz Carlton da una parte (Marriott) e Sheraton, Westin, W e St. Regis dall’altra. Con questa operazione Marriott vede più che raddoppiat­a la presenza in Medio Oriente e Asia e anche in Italia, dove può contare su 46 hotel di 13 differenti brand: con il completame­nto dell’acquisizio­ne, strutture come Cala di Volpe in Costa Smeralda e l’Excelsior Gallia di Milano (Starwood) faranno parte dello stesso portfolio di JW Venezia, albergo di punta della catena Marriott in Italia e, a livello internazio­nale, del St Pancras Renaissanc­e di Londra, location per oltre 30 film famosi, da Batman al Diario di Bridget Jones, passando per Harry Potter.

Nei giorni scorsi è venuto meno l’ultimo ostacolo al matrimonio, quello dell’Antitrust cinese che ha dato il via libera all’aggregazio­ne. La fusione aveva già incassato l’ok da oltre 40 Paesi, inclusi gli Usa, dopo che lo scorso marzo Starwood aveva accettato un’offerta mire gliorativa di Marriott, pari a 13,6 miliardi di dollari, in seguito alla decisione della cinese Anbang Insurance di ritirare a sorpresa e senza spiegazion­i la proposta d’acquisto per 14 miliardi. Marriott ritiene — come è spiegato in una nota — che la società possa sviluppare sinergie operative annuali per 250 milioni di dollari. L’unione delle competenze di vendita e la migliore copertura finanziari­a consentira­nno una maggio- efficienza e maggiori opportunit­à di ricavi. I costi complessiv­i della fusione, secondo le previsioni, ammonteran­no a circa 140 milioni di dollari. Arne Sorenson rimane presidente e chief executive officer di Marriott Internatio­nal, così come la sede centrale di Marriott resta a Bethesda, Maryland. «Abbiamo la possibilit­à — ha commentato Sorenson — di offrire molta più scelta in termini di location, tipo di hotel, somme che i clienti sono disposti a spendere». E questa è l’opportunit­à. Non manca, però, anche la sfida: «Siamo consapevol­i — ha concluso John Willard Marriott jr, presidente esecutivo di Marriott Internatio­nal — che, diventando la più grande società di gestione alberghier­a del mondo, abbiamo la responsabi­lità di fornire l’ospitalità migliore». Anche perché il mercato dell’ospitalità è sempre più competitiv­o, se è vero, come è vero, che anche Google ha investito in Airbnb, presente in 34.000 città .

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Della catena Marriott fa parte anche il St Pancras Renaissanc­e di Londra, che è stato la location per oltre 30 film famosi, da Batman al Diario di Bridget Jones (foto) a Harry Potter.
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