Un milione di camere per Marriott
Si chiude la fusione con Starwood, nasce la più grande catena di hotel del mondo In portafoglio il St.Regis, il Cala di Volpe a Porto Cervo e l’Excelsior Gallia di Milano
Più di un milione di camere e 5.700 strutture in 110 Paesi (e 8,7 milioni di hamburger e 1,6 milioni di club sandwiches serviti all’anno): è il biglietto da visita con cui si presenta il neonato gruppo alberghiero più grande del mondo, risultato di una fusione da 13,6 miliardi di dollari. Quella con cui Marriott e Starwood Hotels hanno messo insieme alcuni tra i più noti marchi alberghieri del mondo: tra gli altri (complessivamente, adesso, sotto il cappello Marriott International sono 30) Courtyard e Ritz Carlton da una parte (Marriott) e Sheraton, Westin, W e St. Regis dall’altra. Con questa operazione Marriott vede più che raddoppiata la presenza in Medio Oriente e Asia e anche in Italia, dove può contare su 46 hotel di 13 differenti brand: con il completamento dell’acquisizione, strutture come Cala di Volpe in Costa Smeralda e l’Excelsior Gallia di Milano (Starwood) faranno parte dello stesso portfolio di JW Venezia, albergo di punta della catena Marriott in Italia e, a livello internazionale, del St Pancras Renaissance di Londra, location per oltre 30 film famosi, da Batman al Diario di Bridget Jones, passando per Harry Potter.
Nei giorni scorsi è venuto meno l’ultimo ostacolo al matrimonio, quello dell’Antitrust cinese che ha dato il via libera all’aggregazione. La fusione aveva già incassato l’ok da oltre 40 Paesi, inclusi gli Usa, dopo che lo scorso marzo Starwood aveva accettato un’offerta mire gliorativa di Marriott, pari a 13,6 miliardi di dollari, in seguito alla decisione della cinese Anbang Insurance di ritirare a sorpresa e senza spiegazioni la proposta d’acquisto per 14 miliardi. Marriott ritiene — come è spiegato in una nota — che la società possa sviluppare sinergie operative annuali per 250 milioni di dollari. L’unione delle competenze di vendita e la migliore copertura finanziaria consentiranno una maggio- efficienza e maggiori opportunità di ricavi. I costi complessivi della fusione, secondo le previsioni, ammonteranno a circa 140 milioni di dollari. Arne Sorenson rimane presidente e chief executive officer di Marriott International, così come la sede centrale di Marriott resta a Bethesda, Maryland. «Abbiamo la possibilità — ha commentato Sorenson — di offrire molta più scelta in termini di location, tipo di hotel, somme che i clienti sono disposti a spendere». E questa è l’opportunità. Non manca, però, anche la sfida: «Siamo consapevoli — ha concluso John Willard Marriott jr, presidente esecutivo di Marriott International — che, diventando la più grande società di gestione alberghiera del mondo, abbiamo la responsabilità di fornire l’ospitalità migliore». Anche perché il mercato dell’ospitalità è sempre più competitivo, se è vero, come è vero, che anche Google ha investito in Airbnb, presente in 34.000 città .