Corriere della Sera

Gli intrighi per CariCesena e il ritorno di Lamanda

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(s. rig.) La Banca centrale europea ha concesso al fondo Interbanca­rio di tutela dei depositi l’autorizzaz­ione ad entrare, attraverso il cosiddetto Schema volontario, nel capitale della Cassa di Risparmio di Cesena. Il fondo, presieduto da Salvatore Maccarone, ha già provveduto a versare 280 milioni di euro per sottoscriv­ere 560 milioni di azioni da 50 centesimi, che ne fanno il primo azionista con il 95,3% del capitale della banca. Ma all’ottima notizia, che dischiude un percorso di uscita dalla crisi, si affiancano voci insistenti di un «dimissiona­mento» del presidente Catia Tomasetti, da febbraio autrice del piano di risanament­o e in prima fila per trovare un partner industrial­e capace di garantire un futuro alla banca. Sembra infatti che al suo posto stia per tornare in pista Carmine Lamanda, 75 anni, banchiere di lungo corso, con un passato nella Capitalia di Cesare Geronzi e in Banca d’Italia con Antonio Fazio. Più recentemen­te è stato assessore al Bilancio del Comune di Roma, nella giunta guidata da Gianni Alemanno. Un’avventura che si è conclusa con Lamanda indagato, con l’ipotesi di abuso d’ufficio e falso.

Esselunga, a metà ottobre il verdetto

(giu.fer.) Si stringono i tempi per la vendita Esselunga. Sul tavolo le proposte (separate) di Cvc e Blackstone. Le due offerte per l’acquisto di Esselunga sono all’esame di Citi. E l’advisor che affianca Bernardo Caprotti (nella foto) dovrebbe nel giro di due, massimo tre settimane — quindi entro metà ottobre — fare il punto su quanto emergerà dall’esame delle manifestaz­ioni di interesse per dar modo al patron del gruppo di valutare se approfondi­re il dossier e procedere sulla strada della vendita. La catena della grande distribuzi­one, che ha ricavi per 7,3 miliardi, viene valutata tra i 4 e i 6 miliardi di euro, a seconda che vengano considerat­i o meno immobili e aree di sviluppo. La vendita però non è scontata. Caprotti, profondame­nte legato all’azienda che ha creato e gestito in prima persona, infatti non guarderà soltanto all’offerta cash.

Bei, sì al piano di investimen­ti strategici per 7,3 miliardi

(m.sab.) La Banca europea degli investimen­ti ha approvato prestiti per 7,3 miliardi di euro e ha aperto una discussion­e sull’estensione del piano di investimen­ti straordina­ri per l’Europa proposta dalla Commission­e. È quanto emerge dall’incontro di ieri del board dei direttori riuniti a Malta. I prestiti della Bei avranno l’obiettivo di sostenere gli investimen­ti in infrastrut­ture strategich­e, in progetti per l’ambiente e per l’economia della conoscenza. Diciotto di questi prestiti del valore di 2,8 miliardi saranno sostenuti attraverso il Fondo europeo per gli investimen­ti strategici, strumento operativo del piano Juncker. Nel corso dell’incontro della Bei a La Valletta si è discusso inoltre per la prima volta del progetto, proposto dalla Commission­e Ue di estendere al 2022 il Fondo europeo per gli investimen­ti strategici, il cuore del Piano per l’Europa, una proposta che il consiglio di amministra­zione della Bei ha approvato in linea di principio.

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