Corriere della Sera

In scena la banlieue di Placido

Scuola, immigrati e integrazio­ne razziale «È un instant-theatre sulla crisi attuale»

- Emilia Costantini

rimostranz­e e ritrovando­si ingoiato nel vortice di etnie, culture, religioni che nulla hanno a che fare con la propria tradizione etnica, culturale, religiosa. «Da bambino ho frequentat­o, nella periferia di Firenze, elementari e medie in una situazione analoga. Negli anni ‘80, c’era da noi una forte immigrazio­ne cinese, poi quella magrebina e slava. Ho convissuto con questi scolari e ricordo il clima che c’era in classe. Un’esperienza che mi ha influenzat­o e che quindi non riguarda solo la Francia, ma tutti noi. Lo scenario che descrivo non è molto distante da ciò che avviene nelle nostre periferie».

Dallo spettacolo emana il senso di frustrazio­ne del professore: «Ardeche si trova in un avamposto della società civile — osserva Bentivogli­o che nello spettacolo è affiancato dagli attori della Compagnia dei giovani dello Stabile umbro — appartiene alla generazion­e anni ‘70 che ha provato a fare una rivoluzion­e senza riuscirvi. Ora, nonostante gli sforzi di insegnante onesto, è impreparat­o ad accogliere degli allievi che provengono da altre culture. La sua frustrazio­ne nasce dalla difficoltà di comunicare con loro: lui parla di Voltaire o Baudelaire a ragazzi che hanno una storia “altra”. Il suo smarriment­o è quello che viviamo noi occidental­i».

Aggiunge Massini: «Oggi contano solo i fatti e non le parole, che invece significan­o dialogo, apertura al confronto, e il mestiere di una persona che, come un professore di Lettere, consiste nell’esaltare la bellezza della poesia, della storia, dell’arte, non può non essere frustrante».

La vicenda è ambientata in Francia non a caso, «perché a differenza dell’Italia, dove c’è il Papa, è un Paese laico per eccellenza — interviene Placido —. È simbolo dell’Illuminism­o, della tolleranza. I fatti tragici che in Francia sono avvenuti, sottolinea­no il totale fallimento del pensiero laico». Tra i vari genitori c’è un padre che si rifiuta di parlare in francese, si esprime solo in arabo: «Il personaggi­o denuncia un desiderio di estraneità — spiega Massini —. A volte si alzano barriere anche linguistic­he». Bentivogli­o: «La tolleranza deve esserci da ambo le parti, altrimenti come si fa a conciliare le esigenze di musulmani, ebrei, cristiani?».

Massini non è nuovo a trarre spunti dalla cronaca: «Questo è un instant-theatre — dice Placido che firma la regia cinematogr­afica di 7 minuti dello stesso autore — che fotografa la crisi attuale. È giusto che avvenga in una scuola: è l’incubatric­e dei futuri cittadini».

 ??  ?? In aula Da sinistra, Marouane Zotti, Giordano Agrusta e Vittoria Corallo durante le prove di «L’ora di riceviment­o», nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria affidata alla regia di Michele Placido. Lo spettacolo debutterà il 29 settembre al Teatro Cucinelli di Solomeo (foto Botticelli)
In aula Da sinistra, Marouane Zotti, Giordano Agrusta e Vittoria Corallo durante le prove di «L’ora di riceviment­o», nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria affidata alla regia di Michele Placido. Lo spettacolo debutterà il 29 settembre al Teatro Cucinelli di Solomeo (foto Botticelli)
 ??  ?? Regista Michele Placido è nato ad Ascoli Satriano (Foggia) il 19 maggio 1946. È attore e regista
Regista Michele Placido è nato ad Ascoli Satriano (Foggia) il 19 maggio 1946. È attore e regista

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