Grillo torna capo dei 5 Stelle
«Rientro per vincere alle urne». Davide Casaleggio in campo, asse con Di Maio
Dal palco di Palermo Beppe Grillo riprende la leadership attiva dei Cinque Stelle: «Sono tornato per vincere le elezioni». Rinuncia al passo di lato e annuncia la fase 2. Non nomina mai il Direttorio. Alla convention siciliana debutta Davide Casaleggio, mentre soltanto oggi si farà vedere il sindaco di Roma Virginia Raggi.
PALERMO «Ebbene sì, sono rientrato». Non è più tempo di passi indietro, Beppe Grillo torna rumorosamente in scena per riprendersi un Movimento che subisce il contraccolpo di una crescita vertiginosa in un corpo ancora fragile. Torna, perché non c’è più Gianroberto Casaleggio, torna perché non c’è più nessuno che possa tenere a freno leader in pectore e leaderini, sempre più litigiosi. Torna e segna la fine del Direttorio a cinque, ma anche la nascita di un nuovo «Tridente». L’incoronazione della coppia d’attacco del Movimento: Alessandro Di Battista, lo scamiciato di sfondamento, e Luigi Di Maio, che si scalda in marsina da premier. E, sullo sfondo, la nuova eminenza grigia del Movimento, Davide Casaleggio, che esordisce sul palco ancor più timido del padre.
Il primo giorno della kermesse palermitana «Italia a 5 Stelle» non segna un’affluenza straordinaria. È Grillo a tenere il banco, è più che mai lui che dà le carte. Nelle prime incursioni nella folla, spiega: «Farò il capo politico. Ci sono a tempo pieno. Io voglio stare con il M5S fino alle elezioni e vincerle». Più tardi, sul palco, sembra cambiare idea: «Rimango un commediante, non sono un capo, non sono un leader». E dunque? «Ho le mie difficoltà — si schermisce — non sono perfetto. Un giorno penso una cosa, il giorno dopo un’altra». Però oggi (domani chissà), pensa che è arrivato il momento
di fare chiarezza e di tirare le redini a chi scalpita troppo. E così attacca Renzi («Menomato morale»), ammette «qualche piccolo errore» e dice che «è chiaro che la politica logora dopo un po’». Poi alza la voce sulla tv: «Ci va chiunque abbia qualcosa da dire sul programma. E basta». Chi deve capire, capisce. E il segnale è che ora decide lui in prima persona. Decide chi va in tv: e oggi ci vanno Di Maio e Di Battista, insieme per la Annunziata a In Mezzora. Non ci andrà Nicola Morra, escluso e sempre più irrequieto. Ma Grillo decide anche chi va sul palco. E così resta fuori Barbara Lezzi, punita (e furiosa) per aver detto qualche parola di critica di troppo proprio a Di Maio. Di Battista, birra in mano, T-shirt per il No al referendum, e ingresso trionfale in moto, spiega che in tv ci andrà anche per «smentire il dualismo con Luigi». Altro che dualismo, ormai siamo al ticket. E Di Maio torna nelle grisaglie, dopo qualche incidente di troppo. Forse anche per quello sparisce per tutto il giorno, evitando bagni di folla e dichiarazioni pericolose.
E gli altri? Roberto Fico è irrequieto. Parla di eccesso di «protagonismo politico», spiega che «servono meno selfie»e aggiunge «bisogna abbandonare la vippaggine inutile». Facile capire a chi si riferisce e sul palco spiega, senza fare nomi: «Serve tornare alle origini, serve un Movimento senza leader, orizzontale. La comunicazione etica manca anche nel Movimento, la politica non si fa solo con tweet e post». Più sintetica Paola Taverna, sul pratone: «C’è casino nel Movimento? No, ma rivendico il diritto di criticare».
Se la figura di Gianroberto Casaleggio aleggia in ogni discorso, il «magone» si scioglie quando compare il figlio Davide. È impacciato, ha una voce impastata ed emozionata. Esordisce spiegando: «Non sono qui a sostituire mio padre, ma a ricordarlo e onorarlo». Poi una citazione della coppia d’attacco, «Alessandro e Luigi». Chiude Grillo (che oggi dialogherà in pubblico al telefono con Assange) si dice «entusiasta» di tornare in campo: «Avevo fatto un passo di fianco, perché con Gianroberto non ce la facevamo da soli. Lui si è ammalato anche per questo. Io non ci ho mai creduto fino in fondo al passo di lato, ma ho provato. Poi Gianroberto è scomparso, e allora devo tornare».
È chiaro che la politica logora dopo un po’. I miei forse sono un po’ stanchi Rivalità? Forse sì, è normale Da soli con Gianroberto non ce la facevamo, si è ammalato anche per questo Ora lui non c’è, devo tornare I limiti in tv Oggi i due big del Direttorio su Rai3. Altri esclusi. E sul palco non sale la «critica» Lezzi