Corriere della Sera

Maratona Ligabue In 80 mila a Monza Festa con gli inediti

A Monza il primo dei due appuntamen­ti (si replica stasera). Annunciata la data di uscita di «Made in Italy» Circa 3 ore di musica per ottantamil­a «Da 370 giorni non faccio concerti» Festa con gli inediti del nuovo album

- di Andrea Laffranchi

Se 80 mila vi sembrano pochi… Non sarà il record di Campovolo, ma è anche la prima volta che Ligabue esporta la sua formula del megaraduno. Due serate al Parco di Monza, ieri sera e oggi la replica per altri 50 mila.

Gioca in trasferta, ma si è portato lo stadio da casa. Lo schermo curvo da 850 metri quadri che domina la scenografi­a è lo stesso del Campovolo dello scorso anno. «370, sono 370 giorni che non mi fanno fare concerti», scherza lui dal palco.

Spettacolo circolare. Dopo l’intro presa dal Guglielmo Tell di Rossini e le immagini dell’inizio trasmissio­ni della Rai anni Settanta la partenza vera è «Urlando contro il cielo». Da quando Liga l’ha scritta, era su «Lambrusco, coltelli…» del 1991, non è mai mancata ad un suo concerto. Ieri sera doppia razione. Quella sparata dell’apertura e quella minima, acustica, solo voce e chitarra, che manda tutti a casa dopo circa 3 ore.

L’anno scorso Luciano ha celebrato i 25 anni di carriera, qui ne aggiunge uno, il ventiseies­imo di cui si sa ancora poco. Nei 31 brani della scaletta ci sono quattro canzoni che faranno parte di «Made in Italy», il nuovo album che uscirà, l’annuncio è proprio di ieri, il 18 novembre. «G come Giungla» la conoscono tutti, arriva verso il finale, ed è quella che il rocker ha chiamato la sua «dichiarazi­one d’amore frustrato verso il mio Paese». Ce ne sono altre tre totalmente inedite. «Made in Italy» sarà un concept album e sembra di capire che il Liga, attraverso la voce del protagonis­ta, non sia contento di come vadano le cose. «La vita facile» è la prima ad arrivare, dopo una mezz’ora di show. È il racconto in prima persona di un 50enne, uno che ha vissuto il periodo in cui «il rock’n’roll puzzava di rivoluzion­e/ sapeva di aspettativ­e/ in un Paese che era tutto da rifare/ ma si voleva rifare» e che oggi si domanda dove sia «la vita facile/ la vita che aspetto/ che so che mi spetta». «È uno che fa riflession­i su quello che è successo e soprattutt­o non successo nella sua vita», spiega l’autore.

Siamo dalle parti del rock classico, con un riff di chitarra che guida tutta la canzone il cui testo scorre in versione karaoke (come per le altre inedite) sul megascherm­o. C’è anche una tromba, scelta insolita per il Liga. Si era fatta sentire poco prima, con un assolo sul finale di «Il sale della terra».

I fiati, ci sono anche due sax, sono la novità negli arrangiame­nti di questo doppio concerto. Danno un sapore quasi springstee­niano al rock di Luciano e chissà se è un flirt passeggero o se saranno la firma del nuovo disco. Tornano infatti su «Ho fatto in tempo ad avere un futuro», leggera e caraibica. È il secondo dei nuovi brani svelati. Qui il racconto è più intimo, una riflession­e-confession­e-sfogo («è solo stasera, mi passa vedrai») fra l’amaro («Ho fatto in tempo a perdere tempo/ in cambio di un sogno») e il sereno («si trova sempre una ragione per restare»). Segue «Piccola stella senza cielo» con le incursioni del sax e quelle nella playlist del meglio del rock, dai Doors di «Riders on the Storm», al Dylan di «Knockin’ on Heaven’s Door» a «See Me Feel Me» degli Who a «Because the Night» di Patti Smith.

Si va verso la fase acustica. Liga e la band si schierano sul limite della passerella a T che entra nella platea: contrabbas­so, mini set di batteria e quattro chitarre acustiche. Non ci sono solo ballad, vedi «Non è tempo per noi» e «Metti in circolo il tuo amore», ma anche la frizzante rilettura di «Lambrusco & Pop corn». Terza sorpresa: «Dottoressa». Atmosfera alla «Start Me Up» degli Stones, ma le vicende hanno preso una brutta piega. «Il protagonis­ta è in un angolo, qualcosa gli si è ritorto contro. Subisce un trauma e finisce in ospedale dove c’è una dottoressa speciale». La spiega così Ligabue. Che canta: «Mi guarisca, c’è da fare un po’ di pulizia nella testa». Quello che gli è capitato per il momento è un mistero, lo scopriremo solo più avanti. Questa sera è ancora e solo rock and roll.

Arrangiame­nti Spuntano anche i fiati nella band che danno un sapore tutto nuovo al rock di Luciano

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 ??  ?? Sul palco Qui accanto, Luciano Ligabue, 56 anni, durante il primo dei due concerti a Monza (foto Iotti). A sinistra, il palco e la folla al Parco di Monza (foto Barbaglia)
Sul palco Qui accanto, Luciano Ligabue, 56 anni, durante il primo dei due concerti a Monza (foto Iotti). A sinistra, il palco e la folla al Parco di Monza (foto Barbaglia)
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