Davide scende in campo per gestire il Movimento La cena e l’asse con Di Maio
«Uniti per il sogno di mio padre». Tornano i summit milanesi
PALERMO Un leader ritrovato e un imprenditore nei nuovi panni di stratega politico. La kermesse Italia 5 Stelle segna nei fatti la nascita di un sodalizio rimasto per mesi in incubazione dopo la scomparsa di Gianroberto Casaleggio. E se è importante per i pentastellati il fatto che Beppe Grillo si riprenda le luci della ribalta, riaffermando la sua centralità nel Movimento 5 Stelle, altrettanto lo è l’esordio politico di Davide Casaleggio.
Il suo passaggio a Roma, la notte del trionfo di Virginia Raggi, era stata solo una incursione veloce in sfere lontane dai suoi ambiti, dalla consulenza aziendale. Ora invece qualcosa è cambiato. E lo si capisce dalle ore frenetiche che Casaleggio jr vive a Palermo ancor prima di salire sul palco. Arrivato in città prima elude i cronisti che lo attendono al varco davanti all’hotel e va di persona a verificare i lavori per il palco al Foro Italico, poi cena con Beppe Grillo e infine raggiunge Luigi Di Maio fuori insieme a un drappello di pentastellati, un blitz che — scherzando — negli ambienti del Movimento è stata già ribattezzata come «la cena dei nuovi equilibri».
L’imperativo è tenere la barra a dritta del Movimento e dare una direzione, superando il momento di impasse e le questioni interne. «Perché non c’è più Gianroberto scattano le invidiette — commenta Massimo Bugani , uno dei tre esponenti con Casaleggio jr e David Borrelli dell’Associazione Rousseau — prima lui calmava tutti con una telefonata. Ora il fatto che ci sia Beppe rassicura tutti».
Ma non è solo Grillo ad affrontare il rebus degli schieramenti avversi. Il figlio dell’imprenditore è chiamato dalla situazione contingente a seguire le orme del padre. E lo fa anche lui con pragmatismo. «Se Beppe è il collante che tiene insieme il Movimento Davide è l’ingranaggio che permette di guardare al futuro con delle certezze», spiegano i Cinque Stelle. E c’è anche chi si spinge oltre: «La vera svolta è vedere Davide scendere in campo, Beppe è un faro presente da sempre».
Proprio il sodalizio con il garante amico del padre è uno dei leit motiv della trasferta palermitana. i due, ieri, hanno passeggiato insieme al mercato di Ballarò e nel pomeriggio hanno animato lunghe riunioni, in cui solo a tratti sono state presenti anche altre persone. Loro due, soli, alla guida del M5S. Con un obiettivo chiaro. «Il Movimento viene prima di tutto — ha detto l’imprenditore —: dobbiamo rimanere compatti per il suo bene». Ecco allora la decisione di gettarsi nella mischia (e di proteggere la linea dei pragmatici capeggiata da Di Maio, con cui ha avuto contatti diretti nei giorni precedenti alla kermesse).
Tra i pentastellati c’è chi ipotizza un ritorno al passato, con summit milanesi in calendario tra i vertici. E forse anche qualche trasferta dello stesso stratega in pectore a Roma.
Intanto nella mischia ieri Casaleggio si è buttato fisicamente. Dopo aver preparato meticolosamente il suo intervento dal palco, ha seguito Grillo — che ha imposto al Direttorio di concedersi poco ai media per «far parlare l’evento» — nelle sue scorribande tra gli stand. Ma a differenza del garante, l’imprenditore non è stato sommerso dall’assalto di media e attivisti. Anzi,sorridente, ha parlato a lungo davanti al «villaggio Rousseau» prima con Filippo Pittarello, uno dei collaboratori del padre ora impiegato al Parlamento europeo, poi con alcuni militanti, che si sono fermati ad esporre il loro punto di vista. Ai cronisti si è limitato ad esprimere soddisfazione per la location della kermesse («una delle più belle scelte dal Movimento») e a ribadire la linea: «Lavoriamo tutti insieme».
Poi, schivo come sua consuetudine, si è rituffato nella zona off limits a telecamere e microfoni. Chi l’ha visto, ha raccontato l’emozione per la sua «prima volta» sul palco da protagonista, la cura nei dettagli per i toni e i tempi del suo intervento. «Non sono qui a sostituire Gianroberto — ha esordito Casaleggio — ma a ricordarlo e onorarlo». E ha ricordato, oltre al ruolo di Rousseau, quanto già detto dietro le quinte: «Dobbiamo restare uniti e realizzeremo il sogno di mio padre, il nostro sogno».
La linea I contatti diretti con il vicepresidente della Camera e la scelta della linea «pragmatica»