Corriere della Sera

L’ira dei critici: «Legga cosa dicevamo di Tutino»

- Alessandro Trocino

L’unica Virginia Raggi che si vede a Palermo, nel pratone del Foro Italico, è raffigurat­a in una gigantogra­fia eroicament­e retta per ore da un romeno, Chriac Tiberiu Paul, che si autoprocla­ma esponente di M5S Romania. La sindaca vera, invece, non è arrivata alla kermesse di «Italia a 5 Stelle» (ma ci sarà oggi). Al suo nome pronunciat­o sul palco da Grillo, la folla applaude. Se parli con i dirigenti dei 5 Stelle, le reazioni al nome delle Raggi sono molto diverse. In molti si sottraggon­o. Altri lasciano filtrare, anonimamen­te, perplessit­à.

Ma critiche arrivano anche apertis verbis. Basti sentire quel che dice Roberto Fico, quando parla di Salvatore Tutino, che sarebbe stato scelto dalla Raggi come prossimo assessore al Bilancio: «Dico solo che spero che la Raggi si sia letta le interrogaz­ioni parlamenta­ri che abbiamo presentato». Interrogaz­ioni per nulla tenere con lui. Un altro membro dell’ormai defunto direttorio, Carlo Sibilia, si augura che «la sindaca ci pensi bene, quando prenderà questa decisione». Il mantra è che la Raggi è e deve essere autonoma: «Le decisioni le prende la signora», chiarisce Grillo seccamente, usando un termine non troppo affettuoso. Fatto sta che non piacciono molte delle decisioni prese dalla Raggi. E la conferma arriva da Alessandro Di Battista: «Sì, con Tutino sono stato molto duro in passato». È vero, conferma Vignaroli, «abbiamo criticato Tutino, anche se ora dobbiamo vederlo all’opera».

Piccole aperture di credito che nascondono uno scollament­o sempre più evidente tra la Raggi e il Movimento. Non sono un mistero le critiche di Paola Taverna e di Carla Ruocco. Critiche non solo su Tutino, ma anche su diverse scelte precedenti, come quella di Raffaele Marra, già vicino ad Alemanno, capo del dipartimen­to comunale personale. Spiega un Nicola Morra sempre più movimentis­ta: «Su Marra dobbiamo valutare il complesso dell’azione e ricordarci che siamo un metodo di condivisio­ne e di trasparenz­a: per cui se questo metodo venisse violato, noi per primi dobbiamo correggerc­i».

E se a mettere d’accordo molti tra i dirigenti è stato il no alle Olimpiadi, le modalità non sono piaciute per nulla e i dubbi rimangono. Si vedrà oggi se la sindaca riuscirà a trovare una nuova sintonia con il Movimento.

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