Il nuovo lusso (privato) è fatto di abiti semplici
Bottega Veneta festeggia i 50 anni: materiali preziosi e pochi tocchi bizzarri La trasparenza e la castità di Scervino, il lurex di jersey di Aquilano Rimondi
Il lusso è un faccenda privata. Tomas Maier, lo stilista di Bottega Veneta, lo sostiene da anni. E non c’è da stupirsi della considerazione fatta da un uomo che è tanto colto e raffinato quanto riservato e schivo. Nella vita come nel lavoro la scelta è per oggetti che speciali lo sono innanzitutto intimamente. Così per i 50 anni della griffe, all’Accademia di Brera, già un luogo di significato, Maier ha riassunto la sua filosofia creando abiti semplici ad occhio nudo, sunto sublime dell’eleganza (le gonne a ruota midi, le camicette, le bluse, le giacche, i trench, i giubbotti) interpretandoli in materiali super sofisticati come pelli (dalla nappa al coccodrillo) e cotoni e lini e metalli di morbidezze e pesi incredibili. È una donna sofisticata, di classe che ha un gusto nell’abbinare i colori e gli accessori raro. E tocchi bizzarri, come un calzino sottile con il tacco, sono le piccole frivolezze che si concede. Lo stylist è perfetto.
Trasparenza e castità. La bellezza per Ermanno Scervino è oggi da ricercare in quell’equilibrio. Concetto di non facile realizzazione se non fosse che lo stilista ormai fra organze e pizzi si destreggia così bene che plissettandoli, lavorandoli a nido d’ape, ricamandoli crea abiti nuvola sensualissimi che fanno intuire senza svelare. Lavorazioni maniacali: dallo spolverino in chiacchierino con profili di visone ad abiti drappeggiati sul fianco di un velluto di seta devoré che pare un nulla. Bella anche la storia dei cotoni maschili a righe per il quotidiano: camicie e short, bluse e pantaloni.
Tessuti che cadono come le curve vogliono. Cosa c’è di più sensuale? Aquilano Rimondi ci hanno lavorato parecchio su questi lurex di jersey e tessuti o su questi pannelli di paillette piazzate o quei gessati di cotone elasticizzati per arrivare ad abiti asimmetrici e gonne e giacche che ad ogni movimento sono qualcosa di diverso. Comunque femminili come certe silhouette anni Trenta e dinamici come certi pezzi sportivi anni Novanta. Bravi, molto. Trama e ordito sono da sempre l’ossessione intelligente anche di Gabriele Colangelo, che questa volta parte da un macro intreccio di bande di
tessuto per bluse e abiti e arriva a un processo di «stramatura» della seta duchesse che diventa un ricamo di notevole effetto su tubini e spolverini.
E il vento degli anni Ottanta soffia fortissimo: da Jil Sander è una rivisitazione quasi didattica con i blazer e i pantaloni e le bluse e le bermuda e le spalle over se non fosse per i materiali aggiornati come una pelle sottile, i cotoni spalmati, la maglia. Un lavoro di fino anche sul plissé per tutto. Stesso periodo di riferimento nella Philosophy di Lorenzo Serafini con tanto di titolo : «Laguna Blu». Ecco le naufraghe in abiti cotti dal sole e dal sale. Jeans sfrangiati e camosci tagliati al vivo, maglie di spago. Asimmetrie e sfrangiature. Una sensualità più forte, meno dolce. Decisa.
Folgorata dalla bellezza del deserto messicano Anna Molinari ha deciso di pensare alla sua Blumarine immaginando una donna che vive in quel paese, caldo e assolato. Unica protezione la leggerezza. Così persino il tartan è di chiffon e poi gonnellone vaporose e top crop, abiti di maglia intarsiati di rose, mini abiti sbuffanti di sangallo. Ai piedi incantevoli sandali di raffia. I beige della sabbia, i mattone della terra, l’oro del sole. E poi il rosa di Anna. Antonio Marras mette la musica e il ballo ed è allegria sulla passerella, nella scenografia ma anche negli abiti. È ispirata a Malick Sidibé un fotografo del Mali che ritraeva alla fine anni ‘50 e ‘60 le coppie africane che ballavano con musiche e abiti «occidentali». Una visione dell’insieme assolutamente Marras con gli abiti (sottovesti, blazer, pantaloni, gilet, bluse, parka) patchwork di pizzi e gessati e stampati e jeans maltrattati e macramè e militare, midi o lunghi, asimmetrici o drappeggiati, ma più freschi, svelti, felici.
La semplicità conquista anche Simonetta Ravizza, a modo suo, cioè in pelle, camoscio e pelliccia per blazer, giubbotto, short e persino costumi. Con possibilità di personalizzare alcuni pezzi, intarsiando la pelliccia. Vero artigianato.