Inter, gli intoccabili Il sergente De Boer ha già i suoi uomini
Il Bologna a San Siro. «Gabigol? Fantastico»
In un mondo di indecisi, Frank De Boer ci ha messo meno di un mese a scegliere. La sua Inter è fatta: non si tocca e non si smonta più. Possono esserci minime variazioni di modulo, gli uomini però sono sempre gli stessi. Da quando alla terza giornata ha avuto a disposizione Joao Mario, in campionato il tecnico olandese non ha più toccato la formazione, se non costretto da infortuni o squalifiche. La difesa è sempre uguale, con i quattro in linea e nessuna sostituzione di uomini. Potrebbe mutare oggi contro il Bologna con il rientro dell’infortunato Ansaldi o con la sorpresa Miangue, per il resto l’undici è intoccabile. Rispetto alla gara con il Pescara, nel match con la Juve è cambiato un uomo (Eder al posto di Perisic), a Empoli due: Kondogbia per lo squalificato Banega e Perisic per Eder. Un rovesciamento totale rispetto alla scorsa stagione. Mancini amava non dare punti di riferimento e nelle prime cinque giornate in cui arrivarono cinque successi, cambiò sempre formazione e continuò su quella strada fino a metà febbraio.
De Boer il turnover lo ha provato in coppa contro l’Hapoel Be’er Sheva, è stato un disastro e non l’ha più riproposto. «Ho una squadra di grande qualità, è difficile decidere chi lasciare fuori. So che entrare nella psicologia dei giocatori è difficile, parlo molto con loro per tentare di spiegare le scelte».
Le gerarchie sono state chiarite in fretta: ci sono i titolari e le riserve. E chi sgarra paga, come accaduto a Brozovic non ancora reintegrato. L’allenatore parla di continuo di «filosofia di gioco e cura dei piccoli dettagli». Assimilare concetti nuovi però non è semplice e cambiare mentalità neppure. «I giocatori devono avere grande intensità anche in allenamento e non solo in partita: è durante la settimana che si migliora». Logico puntare su un gruppo definito, in fondo è più semplice forgiarlo e inculcargli i concetti desiderati. Gli stessi da riproporre oggi contro il Bologna di Donadoni per centrare la quarta vittoria di fila. Dieci giorni sono bastati per trasformare De Boer da corpo estraneo a maestro di tattica. «È normale sia così, in un posto nuovo devi sempre fare qualcosa di speciale: la gente si aspetta un extra».
L’olandese si è guadagnato la fiducia dopo la vittoria sulla Juve, il rispetto e il timore degli avversari dopo il successo di Empoli: rotondo, indiscutibile. «Però adesso non parliamo di scudetto, non voglio farlo, non serve. Le favorite le conosciamo».
Chi invece si conosce poco ma ha una gran voglia di farsi vedere è Gabigol. Oggi potrebbe fare il suo esordio a San Siro, almeno in questo il 19enne brasiliano emulerebbe Ronaldo che si presentò all’Italia con un gol straordinario contro il Bologna. «Gabigol ha una qualità elevatissima, il debutto è vicino anche se deve inserirsi passo passo. Ha dribbling e un gran fiuto del gol, è anche un ottimo uomo assist. E poi quando dribbla non guarda la palla: se scarta un giocatore, lo fa con la testa alta. È fantastico in questo, perché non molti sono in grado di riuscirci». Raccontato così è facile autorizzare paragoni (irriverenti) con Ronaldo.