Corriere della Sera

Cadute, equilibrio e una certezza Marquez è in fuga dal gruppone

Pole per lo spagnolo, Rossi parte sesto: «Punto al podio, vincere sarebbe un miracolo»

- Alessandro Pasini

DAL NOSTRO INVIATO

Mentre il popolo valentinia­no sogna una rimonta del suo idolo che sarebbe leggendari­a, il gatto che surfa sull’asfalto lancia messaggi inequivoca­bili: non solo si prende la 6ª pole stagionale con un giro mostruoso fatto di pennellate e derapate da circo, ma martella il Motorland con un passo gara insostenib­ile per chiunque. Il senso del quint’ultimo Gp dell’anno è dunque chiaro: Marc Marquez è l’unico avversario di se stesso e oggi correrà per chiudere virtualmen­te il Mondiale. Avendo 43 punti su Rossi e 61 su Lorenzo, una sua vittoria prima del trittico orientale minerebbe definitiva­mente il morale della coppia Yamaha, alla quale non resterebbe che dedicarsi alla faida interna da Brangelina della motociclet­ta che sembra destinata a non finire mai più.

«Il secondo posto in campionato non è nemmeno lontanamen­te paragonabi­le al primo — ammette Rossi — ma certo mi farebbe piacere, per la classifica e per l’onore». Battere Lorenzo è il piano B che sta per diventare il piano A. Per restare in corsa per il Mondiale, su una delle sole tre piste in calendario dove il campione non ha mai vinto assieme a Austin e Spielberg, servirebbe infatti qualcosa di straordina­rio cui neanche lui sembra credere: «Bisogna essere realisti, i numeri non mentono». Qualifica a parte, che lo relega 6° in seconda fila, dicono per esempio che nell’ultima sessione di prove libere il giro più veloce di Rossi è stato più lento del più lento di Marquez. «Ecco perché batterlo sarebbe un miracolo. In queste condizioni, partendo 6°, rischio di perdere già 2 secondi al primo giro come mi è successo lo scorso anno (quando poi MM cadde, Lorenzo vinse e Rossi fece 3°, ndr)».

A complicare le cose per Rossi c’è stata pure la caduta, una delle tante del mattino (è successo, fra gli altri, anche a Marquez): «Sono un po’ acciaccato sulla destra, fra mano e spalla, ma grazie all’airbag mi è andata bene». Valentino, ammette, ha sbagliato con le gomme nuove, «e così ho perso del tempo sul lavoro per l’assetto da gara». Il warm up di stamane, come sempre, potrebbe consentirg­li di limare qualche decimo ma la situazione, spiega, «è ancora tutta da costruire».

A questo punto rimane da capire quali chance ci sono di 2° posto e anche su questo tema si brancola: le Honda, con Pedrosa e Crutchlow oltre Marquez, sono quelle che viaggiano meglio; Lorenzo e Viñales sono molto più a portata ma hanno la briscola della prima fila; Dovizioso 4°, e aspirante 9° vincitore diverso in 9 gare, è sempre un pericolo. Mancherà solo l’altro ducatista Iannone, che venerdì ha dato forfait per non compromett­ere la schiena infortunat­a a Misano. Ma la concorrenz­a per Rossi resta dura e folta: «Stando così le cose, sarebbe bello arrivare sul podio». Se non ci arriverà però nessun dramma. «Ormai 40 punti o 46 o 50, poco cambia…». La sua visione, invece, è molto più ampia. «Valentino è più veloce che mai — ha raccontato ieri il suo capotecnic­o Silvano Galbusera — e per me non è così certo che smetterà nel 2018». Vorrebbe dire almeno un altro anno per arrivare in moto a 40. Di fronte a questa sfida superiore, che problema sarà mai non vincere oggi?

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