Corriere della Sera

Le «case»

- Racconta Livia, Monica,

Sul modello del Regno Unito e di altri Stati europei, le ostetriche assistono in autonomia le gravidanze e il parto fisiologic­o. «Iniziano a diffonders­i anche da noi le “case del parto”all’interno dei presidi ospedalier­i o in strutture indipenden­ti — dice Serena Donati dell’Istituto Superiore di Sanità —. Il vantaggio? «Minori interventi medici e maggiore gradimento da parte delle coppie».

che ha partorito quest’estate in un ospedale romano: «Il cesareo era programmat­o da qualche mese. A ridosso dell’intervento, il ginecologo del reparto mi ha detto di portare i risultati della visita anestesiol­ogica e dell’elettrocar­diogramma. Ma questi esami non si dovrebbero fare durante la pre-ospedalizz­azione? Non è stato possibile prenotare la visita con l’anestesist­a nel servizio pubblico e ho dovuto farla privatamen­te, a pagamento».

della provincia di Napoli: «Al Cup non sono riusciti a trovare un appuntamen­to per l’ecografia se non dopo due mesi. Mi hanno consigliat­o di richiamare ma avevo l’ansia di non riuscire a farla in tempo, e allora ho preso appuntamen­to col mio ginecologo: l’ho fatta il giorno dopo nel suo studio, pagando 100 euro, senza ricevuta. E così anche le successive. Un salasso, ma per la salute di un figlio si fa questo e altro».

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