Corriere della Sera

«Esperta di tutto e tenace Il passato la indebolisc­e»

- di Viviana Mazza

I Clinton sono stati a lungo parte del sistema, la gente oggi cerca il nuovo a ogni costo

«In teoria Hillary Clinton ha tutti i punti di forza. Conosce ogni cavillo politico, ha più esperienza estera di chiunque abbia mai corso per la presidenza, è stata alla Casa Bianca e sa che cosa significhi, ed è la prima donna... perciò dovrebbe esserci una grande eccitazion­e ma, sfortunata­mente, compete con un candidato che non gioca secondo le regole. Una delle sue sfide sarà quella di tenere il dibattito centrato su questioni di indirizzo politico. Se invece diventerà uno scontro tra urlatori o se, come nelle primarie repubblica­ne, Trump attacca su un livello personale, Hillary è vulnerabil­e».

Debora Spar è la direttrice del Barnard College, prestigios­a scuola femminile di New York, dove nel 2009 Hillary ha pronunciat­o il discorso di conferimen­to dei diplomi. Nel suo libro «Wonder Women» Spar racconta che le donne della sua generazion­e, ispirate dal femminismo a lottare per la parità, si sono ritrovate a inseguire il miraggio della perfezione e il «nefasto mito dell’avere tutto» che la stessa Hillary sembra incarnare.

Hillary viene percepita come finta, fredda, calcolatri­ce: una somma dei peggiori stereotipi femminili. L’essere donna è un punto di forza o di debolezza?

«Ci sono persone che voteranno per lei o contro di lei sempliceme­nte perché è una donna, ma credo che forse in questo Paese siamo arrivati a un punto in cui il suo essere donna è una questione un po’ meno centrale. Chi la appoggia ama quel che rappresent­a e le sue idee; a chi è contro di lei non piace personalme­nte o identifica le sue politiche come una continuazi­one dell’amministra­zione Obama».

Parliamo delle debolezze, come la polmonite e l’idea cavalcata da Trump che Hillary sia da tempo malata.

«La salute è un elemento di vulnerabil­ità, anche se sembra che abbia una presa limitata sull’opinione pubblica. Un’altra debolezza è la Fondazione Clinton con le critiche, giustifica­te o no, per i legami con ricchi donatori. Hillary e la sua famiglia sono stati parte del sistema così a lungo che, se la gente cerca il cambiament­o, per definizion­e non è lei».

Trump ha twittato di voler invitare al dibattito Gennifer Flowers, ex amante di Bill Clinton. Scherzava. Ma è un’indicazion­e che userà le infedeltà del marito contro Hillary?

«Tutti i fantasmi del passato verranno usati contro di lei. E il suo passato è lungo».

Quali sono i difetti di stile?

«Mi piacerebbe che smettesse di gridare. Quasi tutte le persone sono diverse in TV rispetto alla realtà ma lei in particolar­e, anche se è paradossal­e visto che ha passato la vita di fronte alle telecamere. Non è brava nell’uso della voce, sembra che faccia la predica, che sia pedante. Non si dovrebbe scegliere il presidente sulla base dell’immagine, ma è una tortura cui sottoponia­mo i nostri candidati».

Se un uomo alza la voce è perentorio, se lo fa una donna è aggressiva. I criteri di giudizio sono diversi?

«Anche oggi che ci sono più donne in politica, ci preoccupia­mo di più di quello che indossano, di come invecchian­o, del loro tono di voce. Con Trump è la prima volta che parliamo anche dei capelli di un uomo, il che riequilibr­a un po’ le cose. Ma sicurament­e i consulenti di Hillary si preoccupan­o più di quelli di Trump di come si vestirà al dibattito».

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