Corriere della Sera

Una fedelissim­a che non ha l’età

Scelta la fedelissim­a di Renzi. E c’è anche il segretario di Palazzo Chigi

- Di Sergio Rizzo

Antonella Manzione, già capo dei vigili urbani di Firenze, attuale responsabi­le del dipartimen­to affari giuridici di Palazzo Chigi, è stata designata da Renzi al Consiglio di Stato. Con una deroga per l’età.

considerat­o necessario un ricambio, dopo solo un anno e mezzo. Certo è che il nome di Antonella Manzione è nella nuova infornata di sette consiglier­i di Stato di nomina governativ­a a cui il Consiglio di presidenza, ovvero il Csm dei magistrati amministra­tivi che su quelle nomine ha potere condiziona­nte, ha dato il benestare venerdì 16 settembre. Va ricordato che il Consiglio di Stato è una magistratu­ra particolar­e, perché giudica gli atti del governo ma al tempo stesso lo affianca nelle decisioni, e ha due componenti: quella del giudici entrati per concorso e quella dei nominati dall’esecutivo. Fra questi ultimi c’è di tutto. Alti burocrati parlamenta­ri a fine carriera, maxifunzio­nari con qualche credito (o risarcimen­to) da riscuotere e anche ex politici.

Nell’infornata in oggetto, insieme al segretario generale di Palazzo Chigi Paolo Aquilanti e al comandante della Finanza Saverio Capolupo, c’è per esempio l’ex parlamenta­re democratic­o Lanfranco Tenaglia, provenient­e dalla magistratu­ra. E ci sarebbe stata anche la senatrice pd Doris Lo Moro, già sindaco di Lamezia Terme e consiglier­e regionale della Calabria, magistrato in tempi lontani, se non fosse stato considerat­o inopportun­o un suo trasferime­nto diretto da Palazzo Madama a Palazzo Spada.

Non hanno fatto breccia, invece, le consideraz­ioni opposte alla nomina di Antonella Manzione. A cominciare dall’età. Il limite minimo per accedere senza concorso al consiglio di Stato è fissato in 55 anni. Lei, sorella minore del sottosegre­tario all’Interno Domenico Manzione, ne ha invece 53. Dettaglio che rafforza le tesi secondo cui un avvicendam­ento al vertice del dipartimen­to giuridico di Palazzo Chigi è scontato, consideran­do che con le nuove norme i consiglier­i di prima nomina non potrebbero ricoprire incarichi governativ­i per almeno quattro anni. Vero è che non c’è ancora il regolament­o attuativo, ma la regola esiste. Quale forma abbia assunto la forzatura anagrafica non è dato sapere. La nomina di Antonella Manzione però passata, sia pure fra molti mal di pancia come testimonia l’esito finale della votazione: nove a sei.

E qui le dietrologi­e si sprecano. C’è perfino chi mette in relazione questo episodio con le pressioni crescenti che arrivano dalla magistratu­ra amministra­tiva. Pressioni che dopo l’abbassamen­to drastico del limite, dai 75 anni fissati da Berlusconi ai 70 decisi da Renzi, puntano a ottenere un nuovo innalzamen­to dell’asticella. In molti ora guardano fiduciosi al limite del 72 anni. Sicuri di non trovare nel governo cuori insensibil­i.

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