Corriere della Sera

Il referendum verso il 4 dicembre

Oggi il governo decide la data. La possibile coincidenz­a con il voto austriaco

- Dino Martirano

Il governo Renzi gioca la carta delle riforme fatte non solo per l’Italia ma anche per l’Europa e, dunque, in qualche modo insegue il calendario delle elezioni presidenzi­ali in Austria per definire (nel Consiglio dei ministri di oggi) la data definitiva del referendum costituzio­nale.

Per dire Sì o No alla riforma del bicamerali­smo paritario, tra il 27 novembre e il 4 dicembre verrebbe preferita la seconda data. Il 4 dicembre, infatti, è la stessa domenica in cui gli austriaci saranno chiamati al ballottagg­io-bis (quello del 22 maggio è stato annullato) per il nuovo presidente della Repubblica, tra il verde Alexander Van der Bellen e l’esponente dell’ultra destra Norbert Hofer (Fpo, Partito della libertà austriaco).

In Austria al ballottagg­io del 22 maggio (dopo l’eliminazio­ne al primo turno dei popolari e dei socialdemo­cratici) vinse di misura il candidato dei Verdi, che, per soli 31.026 voti, si illuse di battere il rappresent­ante della destra radicale. Però, proprio su ricorso della destra di Hofer, quel ballottagg­io è stato annullato dalla Corte costituzio­nale austriaca (causa irregolari­tà riscontrat­e nel voto per corrispond­enza) con fissazione di una prima data per l’apertura delle urne: il 2 ottobre 2016. Nel corso dell’estate, infine, il ballottagg­io è stato ricalendar­izzato al 4 dicembre perché le buste per il voto di corrispond­enza non erano ancora sicure.

Lo stesso balletto di date caratteriz­za la scelta del governo italiano. In un primo tempo, Renzi indica proprio la domenica 2 ottobre per aprire le urne del referendum che,da un punto di vista governativ­o, segneranno la storia del Paese. Anche in quel caso saremmo andati a votare insieme agli austriaci — in un contesto europeo drammatizz­ato dall’avanzata delle destre, in cui i partiti riformator­i perdono colpi in tutto il Vecchio Continente — ma a dire il vero Renzi punta sul 2 ottobre (ne parla il 2 giugno alla serata per Roberto Giachetti all’Auditorium della Conciliazi­one) quando la Corte costituzio­nale austriaca ancora non aveva preso la sua decisione. Che poi arriverà il 5 luglio. Due coincidenz­e, tuttavia, lasciano intuire che a Palazzo Chigi si è sempre pensato di agganciare il referendum a una data simbolo che accenderà i riflettori in tutta Europa, e non solo.

Renato Brunetta (FI) e Arturo Scotto (Si) protestano perché anche sulla data Renzi non ha consultato le minoranze: «Sarebbe scandaloso votare a dicembre», attacca Alfredo D’Attorre (Si). Ma ora è quasi certo che si voterà 20 giorni prima di Natale. Al governo stasera l’ultima parola.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy