Corriere della Sera

Cliniche e banche di ovuli spagnole alla conquista dell’eterologa in Italia

Ieri esportavan­o i gameti, ora i big della fecondazio­ne aprono a Milano e Modena

- Simona Ravizza sravizza@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le spedizioni si sono moltiplica­te. Adesso ogni mese ben 150 pacchetti di ovuli partono da Marbella per l’Italia. In casse chiamate dry shipper, perché garantisco­no il trasporto a temperatur­e sotto i 196 gradi in azoto liquido, i gameti viaggiano per due ore e mezzo in aereo oppure per due giorni in auto. La loro destinazio­ne sono gli ospedali e le cliniche che vogliono eseguire la fecondazio­ne eterologa ma che, in assenza totale di donatrici italiane, sono costretti a rivolgersi all’estero per procurarsi gli ovociti. Il mittente è Ovobank, una delle più importanti banche spagnole di ovuli (costola del centro di riproduzio­ne assistita Fiv Marbella). Lo stesso fanno anche altre banche, con un ritmo sempre più sostenuto: nel 2015 sono arrivati 2.100 contenitor­i di ovociti, mentre nei primi sei mesi di quest’anno sono già 2.500 (il loro numero, in pratica, è raddoppiat­o).

Ma a furia di inviare ovuli nel nostro Paese, e ben consapevol­e della difficoltà della fecondazio­ne eterologa a decollare, il proprietar­io di Ovobank e Fiv Marbella Enrique Criado Scholz si è domandato: perché non esserci noi direttamen­te a Milano? Detto fatto. Da neppure un mese in via Guglielmo Corrado Röntgen, a due passi dai nuovi edifici dell’Università Bocconi, ha aperto il Fiv Milano. Dove prima c’erano gli ambulatori di un noto andrologo milanese, Giovanni M. Colpi, oggi c’è la succursale della clinica spagnola. Le coppie possono sottoporsi a tutte le visite mediche, le ecografie di controllo e fare congelare i campioni di seme che vengono spediti al laboratori­o di Marbella: in questo modo le pazienti devono recarsi in Spagna, solo per poche ore, per il trasferime­nto degli embrioni (contro i quattrocin­que viaggi di un tempo). «Il nostro obiettivo è semplifica­re la vita alle coppie italiane — sottolinea Enrique Criado Scholz —. E adesso puntiamo a ospitare in via Röntgen una vera e propria banca di ovuli, per velocizzar­e le spedizioni nel resto d’Italia. Siamo in attesa delle autorizzaz­ioni del ministero della Salute e della Regione Lombardia».

Così i big esteri della fecondazio­ne sono alla conquista dell’Italia. La questione è sempre la stessa: a due anni e mezzo dalla sentenza della Corte Costituzio­nale che cancella il divieto di fecondazio­ne eterologa (ossia con ovuli o sperma esterni alla coppia), si contano solo venti donatrici italiane. Un numero inconsiste­nte dovuto al fatto che la legge non ammette nessun rimborso spese per chi dona gli ovuli. E chi può accettare di sottoporsi a cure ormonali pesanti e entrare in sala operatoria solo per aiutare un’altra donna ad avere un figlio? Ovobank, per dire, prevede un rimborso spese per le sue 1.300 donatrici, tra i 18 e i 30 anni, che va dai 600 ai mille euro. L’apertura di Fiv Milano è l’ultima, ma non la sola. Sempre a Milano, in via Pallavicin­o, già nel febbraio 2015 l’Institut Marquès di Barcellona aveva inaugurato una succursale dell’omologa clinica di Barcellona. E, dopo avere trattato 7.000 pazienti italiane nella sua clinica di Barcellona, Eugin è arrivata a Modena. A riprova che lo sbarco in Italia dei big dell’eterologa ormai è una tendenza.

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