JOVANOTTI E IL BOSS LA MUSICA DEL SILENZIO
Su «la Lettura» i due artisti si raccontano in un colloquio con Sandro Veronesi e un libro L’anticipazione del romanzo di Michael Chabon e la critica dell’antropocentrismo
Il nuovo numero del supplemento comincia e finisce con la musica: «la Lettura» numero #252 in edicola fino a sabato 1° ottobre si apre con la conversazione tra Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, e lo scrittore Sandro Veronesi, e si chiude con un’anticipazione dell’autobiografia di Bruce Springsteen Born to Run letta da Pasquale Elia prima dell’uscita di domani. Due mondi musicali che sconfinano nella riflessione sul contemporaneo: Jovanotti, che compie 50 anni il 27 settembre, discute con Veronesi su ciò che oggi attira il suo interesse di musicista, cioè riscoprire il vuoto, il silenzio in un mondo colmo di stimoli, la «povertà dell’infanzia» che ha ispirato il Pinocchio di Collodi. Nella sua autobiografia Springsteen rievoca invece il non facile background insieme americano, irlandese e italiano della sua famiglia, l’inquieto credo religioso, la cura della depressione che continua da oltre dodici anni, il confronto con i miti musicali che hanno fatto, come lui, la storia.
Entrambi i musicisti insistono sull’importanza del silenzio nelle nostre vite. E di silenzio parla anche un sociologo di grande fama, Michel Maffesoli, che su questo numero de «la Lettura» riflette, nell’intervista a Carlo Bordoni, su come «la modernità vuole spiegare tutto» anche se oggi iniziamo a preferire «una posizione di comprensione»: il silenzio sarebbe «produttivo di relazioni sociali».
A proposito di relazioni sociali, forse è giunto il momento, secondo il grande etologo Frans de Waal, di riconsiderare completamente il rapporto tra uomini e animali: ne parla in un’intervista a Leonardo Caffo sollevando una serie di obiezioni all’antropocentrismo.
Nella socialità, reale e virtuale, c’è tuttavia anche un tarlo, il bullismo: un’infografica mostra quante sono le vittime di bullismo e di cyberbullismo in 35 nazioni, e Silvia Vegetti Finzi spiega perché il fenomeno si sviluppi anche online e quali siano i segnali di allarme da notare negli adolescenti. Infine, un altro sguardo al mondo contemporaneo nell’articolo di Michele Farina: sei aree, a Kabul come a Lagos o Sebastopoli, in cui fare il camionista civile è il mestiere più pericoloso, tra agguati dei terroristi, bombe e cecchini.