CONQUISTA DEL SUD L’ora della verità
Caro Romano, mi ha sorpreso la sua risposta odierna sulla conquista del Sud. A parte il libro La conquista del Sud, di Carlo Alianello, basta leggere le varie cronache dell’epoca e le vite dei militari che vi hanno operato per concludere che soprattutto carabinieri e bersaglieri si sono mossi con spregiudicata volontà di fare piazza pulita con ogni mezzo di chi si opponeva loro. Il generale Cialdini, luogotenente del re per le Due Sicilie, ricorse sistematicamente agli arresti di massa, esecuzioni sommarie, distruzione di casolari e masserie, come l’eccidio di Casalduni e Pontelandolfo. Donne e bambini trovati con cibo fuori dei paesi erano matematicamente sospettati di portarlo ai ribelli e trattati di conseguenza. Ma c’è tanto altro e si può dire che se si fossero usati gli stessi spregiudicati sistemi, ora inimmaginabili, in Afghanistan, il Paese sarebbe ormai pacifico. Io tengo, a posteriori, per i piemontesi, ma mi pare che è ora di non nascondere la verità storica. Ettore Falconieri
Ginevra
La storia della conquista del Sud è ormai nota anche nelle sue pagine più sanguinose. Alcuni libri recenti non sono «revisionisti», nel senso positivo e costruttivo della parola.
Sono una sorta di ribaltamento della storia nazionale, un processo al Risorgimento e ai suoi ideali. Una operazione analoga è stata fatta per la guerra di secessione americana, ma non è riuscita a modificare il giudizio della nazione sulla figura di Abraham Lincoln. Credo che le stesse considerazioni valgano per le figure di Cavour e Garibaldi.