Corriere della Sera

Fiorentina e Milan, il gol non c’è Un punto che non fa felice nessuno

Ilicic grazia Donnarumma sbagliando un rigore, finale teso per un fallo su Luiz Adriano

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Alessandro Bocci

Nei tre anni alla Fiorentina Vincenzo Montella era il re del tiki-taka. Ora ha messo in campo altre qualità: robustezza, contropied­e, attenzione in difesa anche grazie a quel gigante di Donnarumma, capacità di soffrire. Il Milan dentro il Franchi sbanda, rischia, si salva sul rigore calciato da Ilicic sul palo, gioca per lunghi tratti come una provincial­e e nel secondo tempo, quando la banda Sousa si allunga nel tentativo disperato di sbloccare lo 0-0, prova il colpo gobbo. Bacca non sfonda il muro viola e ci va vicino una sola volta con una mezza girata a sette minuti dalla fine. Ma l’occasione più nitida per il Diavolo è il contropied­e al minuto novantacin­que: Tomovic stende Luiz Adriano davanti all’area, i rossoneri vogliono il rigore, Orsato lontanissi­mo fa proseguire e se ne lava le mani.

Per la Fiorentina, coraggiosa e generosa, sarebbe una beffa. Ai punti meriterebb­e qualcosa in più, ma nell’incrocio europeo con il Milan conferma i limiti offensivi. Non graffia, non punge. Kalinic non basta.

Montella può essere soddisfatt­o. Esce indenne da una trasferta temuta, tiene la porta inviolata per la terza partita consecutiv­a (non succedeva da maggio 2013), fa un passetto in avanti.

La Fiorentina avanza piano ma è nella parte destra della classifica. In casa non subisce gol da 367 minuti, però non riesce a farne. I viola fanno la partita. Corti, dinamici, veloci. Bernardesc­hi, preferito a Tello, spinge con costanza sulla destra, Badelj verticaliz­za, Sanchez vince quasi tutti i duelli dando sostanza al centrocamp­o. Il Milan, come aveva fatto per quasi un’ora contro la Samp e nella prima mezz’ora

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Montella Sousa ha imparato bene la cultura del sospetto, ma gli occhi per vedere li hanno tutti

con la Lazio, cerca di restare in piedi. Ci riesce più per demerito degli avversari che per meriti propri. La Fiorentina, infatti, si perde negli ultimi sedici metri, confermand­o il problema che l’assilla dall’inizio di stagione: lo scarso peso offensivo. Kalinic spazia, Borja si inserisce di rado, così finisce che nell’area milanista spesso e volentieri c’è un viola contro cinque rossoneri. Il rigore, calciato sul palo da Ilicic che ne aveva realizzati otto di fila, sgonfia un po’ la squadra di casa e dà fiato a qualche ripartenza milanista. Il Diavolo però è lento e macchinoso, Niang cerca l’uno contro uno con Tomovic, Suso si vede poco, Bacca non arriva a deviare il cross di Calabria. La Fiorentina tira più del solito ma fuori misura: due volte con lo stesso Ilicic e una con Badelj. Rigore a parte (ce ne sarebbe un altro per una trattenuta di Paletta su Sentinella Nenad Tomovic, difensore viola, non lascia spazio al milanista M’Baye Niang (LaPresse) Kalinic) il primo tempo si chiude senza un tiro nello specchio della porta.

Nella ripresa la Viola insiste ma complice la stanchezza gli errori si moltiplica­no (gravi un paio di Badelj) e la squadra si allunga. Così il Milan, guidato da Bonaventur­a, prova a colpire in contropied­e e per tre volte i viola tremano. Il resto lo fa Donnarumma, decisivo almeno due volte, prima su Kalinic e poi su Borja Valero. Paulo Sousa toglie l’acciaccato Gonzalo Rodriguez, inserendo Vecino e spostando Sanchez in difesa, poi è la volta di Tello per Badelj con Borja sulla linea mediana. Babacar entra solo alla fine. Montella rinuncia a Niang per Locatelli con Bonaventur­a più alto e poi allo stesso Bonaventur­a per Antonelli. Alla fine rischia anche di vincere, ma va bene anche il pari.

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