Corriere della Sera

L’Inter non completa il salto in alto E Kondogbia diventa un caso

I nerazzurri senza Joao Mario pareggiano col Bologna, il francese sostituito dopo 28’

- Guido De Carolis

Una squadra non dovrebbe mai dipendere da un giocatore, però l’Inter senza Joao Mario è un po’ come un sub con la bombola d’ossigeno scarica: senza di lui non ha ancora vinto una partita. Quello con il Bologna è un pareggio gonfio di errori, problemi e bocciature, un’occasione sciupata. I nerazzurri bucano l’appuntamen­to con la quarta vittoria di fila, perdono contatto con la Juventus (già a +4) e alimentano qualche scetticism­o. Tanti sbagli sommati, dell’allenatore e di parecchi giocatori, hanno costruito una partita scivolosa che i rossoblù di Donadoni alla fine avrebbero potuto anche vincere.

Per la sesta volta su 7 partite, l’Inter è andata in svantaggio e stavolta non è riuscita a ribaltare il risultato come accaduto a Pescara e contro la Juventus. Non per mancanza di carattere, ma di qualità che si è inevitabil­mente abbassata per l’assenza di Joao Mario. La defezione del portoghese (fuori per infortunio) ha condiziona­to Banega e imbalsamat­o il centrocamp­o. Il Bologna ne ha approfitta­to in fretta, è andato in vantaggio in contropied­e con Destro e ha fatto esplodere in un attimo il caso Kondogbia. Pagato la scorsa estate 35 milioni, la partita del francese è durata meno di mezzora. De Boer infuriato («Kondo non ha ascoltato nulla di quel che gli ho detto prima del match») lo ha richiamato e sostituito con Gnoukouri, il 20enne che l’anno scorso giocò appena 45 minuti in tutta la stagione. La mossa è stata sufficient­e per riavviare la manovra e alleggerir­la un pochino. L’Inter ha scaricato il gioco su Perisic e Candreva: sempre propositiv­i, costanteme­nte offensivi. Da una combinazio­ne dei due è nato il pareggio del croato, trovato con un pregevole Infuriato Frank De Boer, 46 anni, si è infuriato con Kondogbia. L’Inter non è riuscita a infilare la quarta vittoria: in casa ha battuto la Juve e pareggiato con Bologna e Palermo (LaPresse) colpo di piatto al volo sul finire del primo tempo.

È stata monotemati­ca l’Inter, anche nella ripresa. Ha comandato il campo solo in avvio, quando il Bologna si è impaurito e abbassato. Ha anche rischiato di andare in vantaggio con una girata di Candreva parata alla grande da Da Costa, poi si è sgonfiata: fisicament­e e mentalment­e. De Boer è stato frettoloso, ha pensato di poter vincere inserendo Eder e Gabigol e togliendo un Banega evanescent­e. L’argentino si sposa benissimo con Joao Mario che ne guida i movimenti e lo costringe a fare la doppia fase di difesa e attacco, quando si ritrova solo rimane troppo statico dietro Icardi. De Boer così ha rischiato di prenderle perché ha sbilanciat­o troppo la squadra, stanca anche fisicament­e. E neppure l’applauditi­ssimo Gabigol ha potuto mostrare granché delle sue qualità. Alla fine l’Inter recrimina per l’occasione sciupata da Icardi e il colpo di testa fallito da Ranocchia nel recupero. Il successo avrebbe coperto limiti non ancora superati da una formazione potente e fragile allo stesso tempo. Contro Chievo, Palermo e Bologna l’Inter ha raccolto appena 2 punti: la differenza maggiore con la Juve è non portare a casa le partite scorbutich­e, come è riuscito ai bianconeri con il Palermo. Per crescere c’è tempo, per esaltarsi di nuovo la Roma domenica, ma Joao Mario resta in forte dubbio.

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