Per parlare ai Millennials non basta «Un weekend con il nonno»
Fervono le attività per il restyling di Rai4, uno dei primi canali tematici creati dalla Rai, varato nel 2008 da Carlo Freccero. All’epoca, l’idea di fondo era molto interessante: valorizzare i diritti sulle migliori serie tv americane e offrire una finestra in chiaro a prodotti di pregio. Sul canale sono passati e stanno passando titoli come «Breaking Bad», «Mad Men», «Il trono di spade», «Gomorra», oltre che serie più «pop», comedy, fantasy e di molti altri generi. È così che Rai4 è diventato un valido esempio di canale digitale con un’identità molto precisa e una linea editoriale riconoscibile.
Nel frattempo lo scenario è molto cambiato, l’offerta di serie tv è aumentata a dismisura tra reti tv e servizi di streaming come Netflix, Now e Infinity: la «nuova Rai» ha deciso così di ricalibrare l’identità di Rai4 trasformandola nel canale idealmente destinato al pubblico più giovane, quei Millennials che la televisione fa sempre più fatica a catturare, immersi come sono in linguaggi molto più immediati e rapidi come quelli di Instagram e Snapchat.
Sotto la direzione di Angelo Teodoli, Rai4 ha varato alcune nuove produzioni originali factual: tra queste c’è «Un weekend con il nonno», un docureality prodotto da Stand By Me (mercoledì, 21.10). L’idea è quella di mettere a confronto due generazioni, nonni e nipoti intorno ai vent’anni. Un nonno e un nipote passano un fine settimana insieme, ciascuno sperimentando lo stile di vita dell’altro. La morale è presto fatta: i nonni disapprovano lo stile di vita moderno fatto di precariato e relazioni sentimentali leggere, i nipoti tornano arricchiti dal confronto con le generazioni precedenti e il loro senso della vita più semplice.
In operazioni come queste, la scrittura e il montaggio sono tutto e in «Weekend» non sempre sanno rendere il racconto avvincente. Non basta il riferimento tematico per parlare ai Millennials, la sfida si gioca tutta sul piano del linguaggio.