Corriere della Sera

Il referendum a dicembre

La strategia del premier: confronti anche con i nemici. I vescovi esortano i cittadini a informarsi Scelta la data del 4. Renzi: pensioni basse, raddoppio la quattordic­esima

- M. Franco, Galluzzo Gorodisky, Martirano Salvia, Sensini, Vecchi

Un Consiglio dei ministri lampo ha fissato per il 4 dicembre il referendum che abolisce il bicamerali­smo paritario e modifica 47 articoli della Carta. Matteo Renzi ha in agenda un tour con 200 eventi, mentre il fronte del «No» lamenta i ritardi sulla data. Intanto il capo dei vescovi, cardinale Angelo Bagnasco, invita i cittadini a «informarsi personalme­nte al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio». Legge di Bilancio: il premier conferma l’intenzione di raddoppiar­e la quattordic­esima alle pensioni basse.

I Cinque Stelle «Dal premier un ‘indegna melina sulla scelta della data del referendum»

Settanta giorni, dieci settimane: tanto durerà la «coda» della estenuante campagna elettorale per il referendum costituzio­nale Renzi-Boschi che abolisce il bicamerali­smo paritario e mette mano a 47 articoli della Carta. In tutta Italia, dunque, le urne resteranno aperte il 4 dicembre, la stessa domenica in cui gli austriaci deciderann­o se consegnare o meno la loro presidenza della Repubblica all’ultradestr­a populista di Norbert Hofer.

La decisione di votare anche in Italia il 4 dicembre è stata assunta al termine di un consiglio dei ministri-lampo che ha ratificato la proposta del premier Matteo Renzi. Non c’è stato grande dibattito anche se è la prima volta che si va a votare nel mese di Natale: «È la più lunga campagna elettorale della storia italiana», puntualizz­a Federico Fornaro (minoranza Pd). Il sottosegre­tario Claudio De Vincenti ha precisato: «Abbiamo assunto la decisione con 10 giorni di anticipo sul limite consentito e anche la data del 4 dicembre anticipa quella più lontana possibile (domenica 18 dicembre, ndr)». Il vicesegret­ario pd Lorenzo Guerini su Twitter ha scritto che ora «l’Italia può cambiare».

«Habemus datam», ironizza Paolo Romani (Forza Italia) che chiama all’«unità per il No al referendum» e Matteo Salvini già parla di «4 dicembre» come «giorno buono per licenziare Renzi». Si fanno sentire anche i grillini che accusano il premier di aver fatto «un’indegna melina sulla data». Più concreti Loredana De Petris e Arturo Scotto di Sinistra italiana: «Renzi spera di vincere col trucco perché il rinvio serve a sfruttare fino all’ultimo gli spazi di una tv mai così di parte». Renzi aprirà la campagna referendar­ia per il

Sì il 29 settembre a Firenze nello stesso luogo in cui 8 anni fa lanciò la sua candidatur­a alle primarie per il Comune di Firenze: «Questa Italia deve cambiare, non può rimanere ostaggio dei soliti noti, della solita palude che ha bloccato la crescita dell’ultimo ventennio. E il risultato del referendum non dipende tanto da me ma da tutti voi». In realtà, molto dipende dagli indecisi. Tanto che pure il capo dei vescovi, cardinale Angelo Bagnasco, invita i cittadini a «informarsi personalme­nte al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenz­e».

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29 settembre 2008-2016 Matteo Renzi aprirà la campagna del Sì da Firenze il 29 settembre. Una scelta che lui annuncia ricordando come nella stessa data, otto anni fa, da presidente della Provincia di Firenze si candidò alle primarie per il sindaco...

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