Corriere della Sera

«Senza soldi 20 mila profughi fuori dai centri»

Presto saranno liberi di circolare in Italia in attesa di una nuova sistemazio­ne

- Di Fiorenza Sarzanini

Allarme del Viminale: ventimila profughi entro qualche settimana potrebbero rimanere fuori dalle strutture di accoglienz­a. Liberi di circolare in Italia in attesa di una nuova sistemazio­ne. Il motivo è l’esauriment­o dei soldi a disposizio­ne delle organizzaz­ioni umanitarie. Mancano oltre 600 milioni per pagare i debiti arretrati con i centri che, dal Veneto alla Campania, ospitano per almeno sei mesi i richiedent­i asilo e il Tesoro ha bloccato l’erogazione di altri fondi. Il ministro Alfano è chiaro: «Il problema delle risorse è vero, occorre rimpinguar­le per pagare i nostri creditori. Ma io non sono un centro autonomo di spesa, quando il Mef dà i soldi pagheremo, altrimenti non posso pagare».

Sono almeno 20 mila i richiedent­i asilo che entro qualche settimana potrebbero rimanere fuori dalle strutture di accoglienz­a. Liberi di circolare in Italia, in attesa di una nuova sistemazio­ne. L’ultimatum di organizzaz­ioni umanitarie e cooperativ­e che ormai da sei mesi attendono il pagamento delle spese per l’assistenza ai migranti è già stato recapitato: «Se il problema non sarà risolto saremo costretti a sospendere il servizio». Una situazione drammatica che — come sottolinea­no al Viminale — potrebbe creare anche «problemi di ordine pubblico per le tensioni sociali che rischiano di generarsi». Mancano oltre 600 milioni di euro. L’erogazione dei fondi è stata bloccata dal ministero del Tesoro e su questo la posizione del ministro dell’Interno Angelino Alfano è chiara: «Il problema delle risorse è vero, occorre rimpinguar­le per pagare i nostri creditori. Ma io non sono un centro autonomo di spesa, quando il Mef dà i soldi pagheremo, altrimenti non posso pagare».

Il «buco» nei conti

Secondo i dati aggiornati a ieri sono 131.974 le persone sbarcate in Italia dall’inizio dell’anno e 160.030 quelle ospitate nei centri governativ­i e nelle strutture private. A loro bisogna aggiungere i minori non accompagna­ti che sono oltre 15 mila. Ogni straniero costa tra i 25 e i 45 euro al giorno. I conti precisi sono stati fatti dal Dipartimen­to Immigrazio­ne e trasmessi al dicastero dell’Economia proprio per evidenziar­e la necessità di

pagare, soprattutt­o di coprire i debiti arretrati. Secondo la stima per il 2016 serve un miliardo di euro che va sommato al «buco» di 210 milioni ereditato dal 2015. Ma finora sono stati erogati soltanto 50 milioni e i gestori reclamano quanto dovuto. «Altrimenti — avvertono — dovremo chiudere».

Dal Veneto alla Toscana, passando per l’Emilia Romagna, il Lazio e la Campania, le organizzaz­ioni non governativ­e, le cooperativ­e e le associazio­ni che si occupano del vitto, dell’alloggio, dell’assistenza sanitaria e di ogni altra necessità legata all’assistenza degli stranieri lanciano l’allarme.

Le cooperativ­e

Se ne fa portavoce Giuseppe Guerini, il presidente di Confcooper­ative che sottolinea come «non ci sono mai stati ritardi così eclatanti e oltre al rischio altissimo di non poter più provvedere all’assistenza, c’è anche un problema legato all’occupazion­e. Da oltre sei mesi i dipendenti non ricevono lo stipendio, siamo al collasso». Tra i casi più eclatanti c’è quello di due cooperativ­e emiliane che sommano debiti per ben 10 milioni di euro.

Assistenza sospesa

A Treviso sono circa 2.000 gli stranieri che potrebbero rimanere senza assistenza, molti di più a Lucca e Massa Carrara. E poi ci sono svariate strutture a Modena, altre a Napoli e nelle regioni del Sud. La procedura per chi presenta richiesta di asilo prevede un’attesa di almeno sei mesi, che talvolta diventa più lunga se si tratta di un nucleo familiare. In questo periodo la legge prevede che queste persone debbano rimanere nei centri. Nessuna restrizion­e della libertà, ma l’obbligo di sottoporsi ai controlli proprio perché non è scontato che arrivi il riconoscim­ento dello status e in quel caso deve scattare il rimpatrio. In cambio l’Italia assicura la dimora, i pasti e l’assistenza giornalier­a. Servizi che adesso non possono più essere garantiti con tutte le conseguenz­e che questo

comporta perché chi lascerà i centri dovrà provvedere alla propria sopravvive­nza.

Il coordiname­nto

Un problema che il governo dovrà affrontare con urgenza, mentre si stringono i tempi per spostare a Palazzo Chigi il coordiname­nto tra i vari ministeri. Alfano non vuol sentire parlare di commissari­amento e dice: «Parole come commissari­amento o cabina di regia servono per aizzare, in questa fase di campagna elettorale, frizioni che non esistono. Con Renzi su questo argomento andiamo d’amore e d’accordo, non si litiga per competenze che fanno perdere voti». E sull’ipotesi che per l’incarico venga scelto Piero Fassino aggiunge: «È il mio interlocut­ore istituzion­ale sino a oggi come presidente Anci, una persona che stimo molto e che è stata molto leale su questi temi. Sono stato io a suggerirne la scelta, con un biglietto scritto a Renzi con il suo nome quale persona che ritengo possa svolgere un lavoro complement­are a quello che ognuno di noi sta facendo».

I conti in tasca Ogni straniero costa tra i 25 e i 45 euro al giorno. La stima: per il 2016 serve un miliardo

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In attesa Sopra, migranti al centro della Croce Rossa di Ventimigli­a al confine con la Francia. Sono oltre 160 mila le persone ospitate nei centri di accoglienz­a in Italia (Foto Afp/Hache) In salvo A sinistra, un bambino a Lampedusa. Sopra, un piccolo...

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