Corriere della Sera

Video hot sui telefonini Lei per la vergogna non va più a scuola

Napoli, si indaga per capire chi lo ha diffuso nelle chat

- Fulvio Bufi

In un paese della Campania c’è una ragazza che da giorni non va a scuola perché un video in cui è ripresa durante un rapporto sessuale è circolato via WhatsApp su molti telefonini e lei ora si vergogna a farsi vedere in giro.

Il sindaco del suo paese le ha offerto, tramite i servizi sociali, assistenza psicologic­a. C’è anche una indagine della polizia postale ma per il momento nessun fascicolo è stato aperto, nemmeno contro ignoti, dalla sezione della Procura di Napoli che si occupa di reati informatic­i. Sarà aperto quando arriverà la prima informativ­a.

A dare grande risalto mediatico

Lucarelli ha riportato il post con commenti denigrator­i di un 21enne sulla ragazza

alla vicenda è stata Selvaggia Lucarelli che sostiene di essere stata lei a sporgere la denuncia. La blogger sta dedicando a questa vicenda molta della sua comunicazi­one sui social network. Per esempio ha intrapreso una lunga polemica a distanza con un ventunenne che sul suo profilo Facebook aveva postato pesanti commenti sulla ragazza ripresa nel video. La Lucarelli ha denunciato (o intende denunciare) anche lui. Che a sua volta replica dicendo che la notorietà derivatagl­i dalla citazione della blogger gli ha provocato gravi conseguenz­e psicologic­he perché sul suo profilo Facebook ha ricevuto moltissimi insulti. Quindi ora si è rivolto a uno psicologo e intende rivolgersi anche a un avvocato perché vuole denunciare la Lucarelli.

Tutto ovviamente viene raccontato sui social, e non solo questo. Selvaggia Lucarelli ieri ha aggiunto sulla sua pagina un altro lungo post dove riporta «qualche avvilente aggiorname­nto» (così scrive) sulla vicenda del video, fornendo di fatto nuovi particolar­i e nuovo materiale da cui, però, chi è interessat­o non al cyberbulli­smo ma ai filmini porno amatoriali, può partire per lanciarsi in una ricerca in Rete.

Ovviamente lo scopo della blogger non è questo. La sua denuncia alla Postale ne testimonia la volontà di tutelare la ragazza, ma il clamore sui social network rischia di far diventare quel video virale, più di quanto non lo sia già.

Basta ripensare alla storia di Tiziana Cantone, la trentunenn­e suicida dopo che alcuni suoi video sono diventati virali sul web e sono finiti sui siti porno, mentre sui social network nascevano centinaia di pagine che la prendevano in giro. Quelle riprese Tiziana Cantone le aveva fatte consapevol­mente, e la prima a diffonderl­e era stata lei, inviandole tramite WhatsApp ad alcuni amici virtuali conosciuti proprio su Facebook. Il suo crollo psicologic­o è iniziato quando ha capito di essere diventata una protagonis­ta della Rete, quando una frase che lei pronuncia in uno dei video si è

trasformat­a in un tormentone.

Non tutti quelli che parlavano di lei, che le facevano il verso, che la riconoscev­ano per strada, avevano visto i suoi video. Ma tutti sapevano che cosa contenesse­ro quei filmati. E questo Tiziana non lo ha sopportato, oltre a non aver sopportato di essere cliccatiss­ima sui siti porno.

Ora viene il dubbio che rilanciare in Rete quest’ultima vicenda, seppure con le migliori intenzioni — anziché limitarsi alla denuncia e aspettare che provveda la polizia — possa avere i suoi lati pericolosi. «È una questione che mi sono posta — dice Selvaggia Lucarelli —, ma ho ritenuto comunque di parlarne. Sono sicura che quella ragazza leggendo che c’è chi sta dalla sua parte si senta meno sola. E di solidariet­à ne ha bisogno sicurament­e».

La blogger

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