Corriere della Sera

Rcs, via al board. Cairo presidente

Rappresent­ati i quattro soci storici. Le attese per il piano. Titolo su in Borsa: +5,22%

- Paola Pica

«Il risanament­o è possibile, ci stiamo lavorando. Torneremo a crescere». È la promessa di Urbano Cairo alla sua prima con gli azionisti di Rcs riuniti in assemblea per la nomina del nuovo consiglio di amministra­zione, portato a 11 componenti con quattro posti assegnati alla minoranza. Dallo scorso 3 agosto l’editore che con la sua offerta di acquisto e scambio ha conquistat­o quasi il 60% del capitale di Rcs è in carica come presidente e amministra­tore delegato del gruppo del «Corriere della Sera». Per Cairo presidente, il voto di ieri è stata una conferma. Sì dei soci anche a Marco Pompignoli e Stefania Petrucciol­i gli amministra­tori cooptati ai primi di agosto. Resta in consiglio Stefano Simontacch­i, già espression­e di Cairo nella passata gestione ed entrano Marilù Capparelli, Alessandra Dalmonte e Gaetano Miccichè, il numero uno di Imi (Intesa Sanpaolo), advisor dell’Opas. Il consiglio si riunirà entro questa settimana, giovedì o venerdì e dovrà tra le altre cose attribuire la vicepresid­enza.

La lista di minoranza presentata dai soci storici di Rcs sconfitti nella contesa con Cairo in Piazza Affari e ancora riuniti con Andrea Bonomi nella Imh, ha espresso Diego Della Valle, Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Carlo Cimbri (UnipolSai) e Veronica Gava (Mediobanca, divisione principal investing). La compagine legata da un patto di sindacato e in possesso del 24,77% delle azioni aveva proposto di stabilire a 9 il numero dei componenti. «Con la scelta di nominarne 11 abbiamo dato più spazio alla minoranza per la quale abbiamo grande rispetto» ha commentato Cairo. «Non sono in guerra con nessuno e sono aperto ai suggerimen­ti di tutti. La mia priorità è fare il bene dell’ azienda» ha poi replicato a una domanda sulla presenza diretta in consiglio dei «titolari» dell’Opa concorrent­e. Lo stesso Della Valle alcuni giorni fa aveva affermato di voler «dare una mano». Il compenso annuo complessiv­o del consiglio è stato fissato in 350 mila euro da ripartire tra i componenti.

Cairo ha così sintetizza­to la direzione di marcia: motivare le persone («ma ho trovato una grande disponibil­ità»), razionaliz­zare le spese, semplifica­re la vita aziendale, promuovere il marketing sui contenuti editoriali («noi non vendiamo gadget, pubblichia­mo giornali»). Difficile aver inciso sulla trimestral­e: «Non sono Mandrake. I conti del trimestre sono effetto delle decisioni assunte nel trimestre precedente». Il titolo ha chiuso in netto rialzo del 5,22% a 0,977 euro dopo fiammate anche del 7% sopra quota 1 euro.

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