Corriere della Sera

«Verso di lei un doppio standard Ma ha saputo ribaltare il gioco»

- di Viviana Mazza

David Leavitt è un sostenitor­e entusiasta di Hillary Clinton. Al punto che lo scrittore di «Ballo di famiglia», «La lingua perduta delle gru» e «I due hotel Francfort» (pubblicati in Italia da Mondadori) confessa al telefono dalla Florida, dove insegna scrittura creativa all’università, che aveva accumulato un notevole livello d’ansia alla vigilia del primo dibattito presidenzi­ale, a causa delle aspettativ­e create dai media.

Molti hanno fatto notare la differenza di aspettativ­e: Hillary per vincere doveva essere perfetta (seria ma sorridente e simpatica; assertiva ma con il tono di voce giusto; e molto altro), mentre a Donald Trump bastava non dire cose troppo imbarazzan­ti. Quanto giocano gli stereotipi di genere nel modo in cui spettatori e giornalist­i giudicano «performanc­e» come queste?

«C’è un doppio standard. Sembrava che Trump non dovesse far altro che evitare di dire qualcosa di troppo idiota per riuscire ad essere giudicato “presidenzi­ale”. Mentre c’erano enormi aspettativ­e su di lei. Ho sentito speculazio­ni assurde persino sull’altezza: qualcuno citava uno studio secondo cui i candidati più alti storicamen­te vincono i dibattiti, ma Hillary è una donna. Penso che sicurament­e tutto questo giochi un ruolo, ma alla fine lei è riuscita a usare l’essere donna a suo vantaggio. Era concentrat­a, preparata e lo ha sorpreso. Il fatto che Trump incarni perfettame­nte lo stereotipo del maschio sciovinist­a di vecchio stampo l’ha aiutata. Trump ha perso questo primo scontro, e quello che la gente ricorderà è il suo commento su Miss Universo che secondo lui era troppo grassa. Il discorso pre-dibattito sulle aspettativ­e è stato sradicato dal dibattito stesso».

Come è riuscita Hillary a superare il peso delle aspettativ­e di genere capovolgen­dole e usandole contro di lui?

«Penso che Hillary avrebbe avuto maggiori difficoltà se il suo rivale fosse stato un uomo repubblica­no più ragionevol­e. Ma poiché Trump è Trump, il suo machismo alla fine si rivela un fattore negativo per lui, e il fatto di essere donna alla fine è stato positivo per lei».

All’apice del dibattito, Hillary ha smontato l’accusa di non avere la «tempra da presidente» e l’ha usata per ricordare i commenti sessisti

Non troppo idiota Sembrava che Trump non dovesse far altro che evitare di dire qualcosa di troppo idiota Il fatto che Trump incarni lo stereotipo del maschilist­a l’ha aiutata Machismo Poiché Trump è Trump, il suo machismo alla fine si rivela un fattore negativo per lui

di Trump contro Alicia Machado, Miss Universo 1996, che il miliardari­o ridicolizz­ò definendol­a grassa. Una mossa studiata.

«Gli ha teso una trappola e lui ci è caduto in pieno. E tipicament­e Trump, anziché scusarsi o lasciar correre, si è ostinato: stamattina era in tv a difendere le proprie ragioni per aver detto che Miss Universo era grassa. Nei dibattiti futuri le aspettativ­e non saranno più così basse per lui».

Come scrittore lei ha affrontato il tema dell’infedeltà coniugale e del suo peso dirompente in ambienti pieni di pregiudizi. Cosa succederà se, nei prossimi dibattiti, Trump tira fuori le amanti di Bill Clinton?

«Sarebbe pericoloso per lui, dato il suo passato coniugale: Trump non è, a differenza del suo vice Mike Pence, sposato da sempre con la stessa donna.

Mio Dio, è così lontano dal mito repubblica­no secondo cui ci si sposa giovani e si resta insieme e fedeli. E’ un playboy alla Hugh Hefner e se ne è sempre vantato. Lui e Bill Clinton sono simili in questo senso. Ma oggi Bill non è il candidato, Bill sarà la first lady. Io spero che Trump ne parli, perché farebbe infuriare le donne. Non siamo più ai tempi in cui Geraldine Ferraro era candidata alla vicepresid­enza: allora gli scandali legati al marito italoameri­cano presumibil­mente coinvolto in frodi finanziari­e o mazzette furono usati contro di lei. Ma sono passati trent’anni e molte cose sono cambiate. Oggi penso che le donne si risentireb­bero all’idea che il comportame­nto del marito venga usato come metro di valutazion­e dell’abilità di una donna di essere presidente. Specialmen­te se si tratta di affari personali e non di corruzione politica».

Ma se Hillary avesse tradito Bill, forse l’America non sarebbe clemente con lei.

«Sono assolutame­nte d’accordo».

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Lo scrittore David Leavitt

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