In auto, al lavoro, a casa e dal dottore Come la realtà aumentata ci cambierà
Da Microsoft a Leica fino ai giganti dell’industria, non è più solo questione di Pokémon
Cento piani in sessanta secondi. Cioè il tempo di Bolt sul tartan di Rio. Ma Jeff non è salito su uno dei venti ascensori della Freedom Tower a Manhattan per godersi il panorama sulle nuove costruzioni di Dumbo, oltre l’Hudson e, più in là, sulle case basse di mattoni della comunità hipster di Williamsburg. No, Jeff è uno dei 24 mila tecnici di ThyssenKrupp Elevator — una delle quattro branche tecnologiche del colosso renano dell’acciaio — alle prese con un cambiamento radicale di prospettiva professionale. Nella sua cassetta degli attrezzi, infatti, da qualche giorno ha trovato posto anche un nuovo paio di occhiali: gli Hololens di Microsoft.
Jeff li indossa per entrare in un’altra dimensione. Una realtà aumentata, dove gli oggetti reali esplodono, si colorano, ruotano nell’aria e vengono avvicinati da informazioni preziose per il suo lavoro. Il ceo di ThyssenKrupp Elevator, Andreas Schierenbeck, da buon tedesco arriva subito al dunque: «I nostri ascensori sono tutti collegati in cloud e grazie a questa partnership con Microsoft gli interventi che prima duravano due ore adesso saranno ridotti a venti minuti». Il che, per un’industria che ha un giro d’affari globale di 44 miliardi di dollari per 12 milioni di ascensori in grado di trasportare ogni giorno un miliardo di persone, è un bel vantaggio.
La Torre Uno del nuovo World Trade Center è il primo edificio al mondo manutenuto grazie alla realtà virtuale, ma presto questa tecnologia arriverà anche in Italia, e per l’esattezza nella nuova sede di Regione Lombardia a Milano. Indossi gli occhiali e trovi il problema, perché la tecnologia in sovraimpressione ti guida. E, se non lo trovi subito, puoi sempre farti aiutare a distanza da uno che ne sa più di te, prestandogli la tua vista. «Pensiamo a quanto può essere utile per un tecnico industriale che deve intervenire su un quadro a causa di un problema elettrico — ragiona Jean-Pascal Tricoire, ad di Schneider Electric, multinazionale francese specializzata nella gestione dell’energia —. Senza questi strumenti, in media un tecnico passa la metà del suo tempo a identificare la causa dell’eventuale guasto. Le imprese sanno fare i conti. Fermare la produzione di uno stabilimento costa un sacco di soldi, meglio prevenire un problema: con la realtà aumentata questo si può fare».
Non è più solo questione di cacciare i Pokémon o di camuffarsi da coniglietti mannari su Snapchat. Le applicazioni possibili sono ormai molto più concrete (e remunerative): dagli interventi a distanza sulle piattaforme petrolifere del mare del Nord supportati dall’Oil&Gas Innovation Center di Aberdeen alla possibilità, offerta dall’ecommerce Lyst alla scorsa London Fashion Week, di provare i capi dell’ultima collezione, fino ai parabrezza intelligenti di Jaguar Land Rover, o ai corsi di aggiornamento immersivi proposti da società di consulenza come la padovana Arcadia, l’impressione è che, se per lungo tempo la realtà aumentata è stata una soluzione alla ricerca di un problema, oggi la viralità del mobile abbia d’un tratto reso commercialmente spendibile questa tecnologia. Non è un caso che tutti i big del settore siano della partita. Oltre a Microsoft con Hololens e Facebook con Oculus, anche Apple si prepara a ricreare una visione tridimensionale degli oggetti proiettabili in realtà aumentata dotando l’iPhone 7 di due telecamere (una lente è wide, l’altra è un tele), mentre Leica ha sviluppato il visore CaptiView insieme al Mount Sinai Hospital di New York.
Proprio la medicina è uno dei campi d’applicazione più promettenti. «Abbiamo abbandonato i cadaveri e ora insegniamo chirurgia vascolare sui simulatori 3d — racconta Matteo Tozzi dell’università dell’Insubria — e in sala operatoria tutte le informazioni necessarie all’esecuzione dell’intervento vengono sovrapposte all’organo reale, riducendo i tempi dell’operazione, e quindi l’uso di anestetici e le perdite ematiche».
La sperimentazione ThyssenKrupp userà questa tecnologia sugli ascensori di Palazzo Lombardia a Milano