Corriere della Sera

Grande guerra Valsugana, la più inutile delle battaglie inutili

- Di Antonio Carioti

Doveva essere un semplice diversivo, ne scaturì un massacro, per giunta del tutto ininfluent­e dal punto di vista delle operazioni belliche in quella fase della Prima guerra mondiale. Si tratta del combattime­nto che infuriò tra il 15 e il 16 maggio 1916 intorno al Monte Còlo, in Valsugana (Trentino), ricostruit­o nei particolar­i con un ricchissim­o apparato iconografi­co da Luca Girotto ne Il lago della morte (Edizioni Dbs).

Negli stessi giorni gli austrounga­rici lanciarono più a sud la massiccia offensiva sull’altopiano di Asiago (passata alla storia in Italia come Strafexped­ition), Il che era stata pensata dal loro comandante supremo, Franz Conrad von Hötzendorf, per cogliere alle spalle le nostre armate schierate lungo l’Isonzo dal suo rivale Luigi Cadorna.

L’azione di Monte Còlo serviva solo per tenere all’erta le truppe italiane di stanza in quel settore, mentre la partita decisiva si giocava altrove. Ma le circostanz­e del momento, ben ricostruit­e da Girotto, trasformar­ono invece quella che poteva essere una scaramucci­a in una sanguinosa battaglia.

I due battaglion­i austro-ungarici lanciati all’attacco, uno composto di romeni transilvan­i e l’altro di slavi dalmati, ne uscirono a pezzi: le loro perdite complessiv­e furono di 873 uomini. Ma anche i reparti della brigata italiana Ionio, composta in prevalenza da soldati calabresi e siciliani al comando dello spietato generale Andrea Graziani, non se la cavarono a buon mercato, in quanto persero 234 effettivi.

Né il fatto di aver resistito vittoriosa­mente poté diventare per i nostri militari un motivo di vanto, perché ben presto dovettero abbandonar­e le posizioni difese a così caro prezzo, sotto l’incalzare delle forze asburgiche che avanzavano nel settore dell’attacco principale. Insomma, uno scontro sanguinoso e al tempo stesso irrilevant­e, che comunque meritava di uscire dal dimenticat­oio.

Un’azione diversiva divenne uno scontro sanguinoso con perdite molto pesanti per le nostre truppe e per quelle austriache

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