Le critiche del Bundestag a Draghi Ma Schäuble conferma il sostegno
Il presidente Bce: grazie a noi vantaggi anche per Berlino. Oggi incontro con Merkel
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Mario Draghi ha lasciato ieri il parlamento di Berlino con un pacchetto di certezze, dopo avere discusso in toni franchi con i deputati del Bundestag e prima di incontrare Angela Merkel, oggi. Una, sulla quale probabilmente non ha mai avuto dubbi, non è da poco: il governo della Germania non intralcerà la politica monetaria della Bce. E non solo perché non può.
Il confronto del presidente della Banca centrale europea con tre commissioni del parlamento tedesco, a porte chiuse, come da attese è stata forte per contenuti e toni — ha confermato chi c’era. Molte le critiche per i tassi d’interesse a zero che creano problemi ai risparmiatori. Quel che conta, però, è una sorta di endorsement alla politica di Draghi arrivato niente meno che da Wolfgang Schäuble, suo critico storico. Il ministro delle Finanze più potente d’Europa non ha partecipato alla discussione al Bundestag ma ha fatto sapere di condividere il punto di vista del presidente della Bce sulla necessità di dare dinamicità all’economia dell’Eurozona attraverso riforme strutturali e investimenti. È che tutti, anche nel dibattito del Bundestag, hanno convenuto che la crescita è essenziale per l’intera area euro.
I critici hanno sostenuto che i tassi d’interesse a zero penalizzano drammaticamente i risparmiatori, le banche, i fondi pensione e le assicurazioni che soffrono i bassissimi rendimenti. Un parlamentare cristianodemocratico, Gunther Krichbaum, ha anche sostenuto che il programma della Bce di acquisto di titoli sui mercati «è un pacchetto occulto» per salvare gli Stati in difficoltà «che il Bundestag non ha mai approvato». Draghi ha risposto che in realtà «nel complesso i risparmiatori, i lavoratori, gli imprenditori, i pensionati e i contribuenti di tutta l’area euro, compresa la Germania, sono in una situazione migliore grazie alla nostra azione, oggi e domani». Una difesa a 360 gradi della sua politica. Fino al rifiuto di ritenere che i problemi che sta attraversando il gigante Deutsche Bank nascano alla Bce: «Se una banca presenta una minaccia sistemica per la zona euro, questo non può essere a causa dei bassi tassi d’interesse ma di altre ragioni».
Draghi ha convenuto con i parlamentari che sul lungo periodo