Corriere della Sera

«Yara rifiutò le avance, Bossetti la uccise»

Le motivazion­i della condanna: seviziata con crudeltà, il movente è sessuale e il Dna è una prova granitica

- Giuliana Ubbiali

Il Dna è una «prova granitica», ma nella condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti, per l’omicidio di Yara Gambirasio, pesano anche le parole di Marita Comi. Suo malgrado, perché ha sempre difeso il marito. I giudici, nelle 153 pagine di motivazion­i, definiscon­o «estremamen­te significat­ivo il contenuto di alcuni colloqui intercetta­ti», quelli portati in aula dall’avvocato Andrea Pezzotta, che con il collega Enrico Pelillo assiste i Gambirasio. Il 4 dicembre 2014 in carcere Marita dice al marito: «Ci ho pensato Massi, eri via quella sera, non mi ricordo a che ora sei venuto e non mi ricordo neanche che cosa hai fatto. Perché all’inizio eravamo arrabbiati, e quindi non te l’ho chiesto. È uscita dopo la storia della scomparsa e non mi hai mai detto che cosa hai fatto». Lei a processo ha detto che lo incalzava per chiedergli spiegazion­i, ma per la Corte in quel momento «attinge ai suoi personali ricordi».

Sul Dna, pilastro dell’inchiesta che gli avvocati di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, hanno attaccato per le modalità delle analisi, i giudici hanno accolto la tesi del pm Letizia Ruggeri. Dunque c’è una «perfetta sovrapponi­bilità del profilo nucleare di Ignoto 1 e del profilo nucleare di Bossetti». Una traccia sugli slip e sui leggings in corrispond­enza di una ferita che «rappresent­a piena prova di un contatto» tra la ragazzina indifesa che adorava Johnny Depp e Laura Pausini, la pizza e le patatine, con un uomo «malvagio» per le «sevizie e la crudeltà» che le ha inferto.

La Corte indica il movente sessuale: avance respinte «in grado di scatenare una reazione di violenza e sadismo di cui non aveva mai dato prova fino ad allora». Al furgone ripreso attorno alla palestra non viene dato grande peso, perché compatibil­e e non identico a quello di Bossetti. Le fibre sui vestiti di Yara simili a quelle dei sedili del suo Iveco, così come le sferette metalliche, non valgono da sole ma fanno da corollario al Dna. Ha peso un fatto: il giorno del delitto «l’imputato è nella zona di Brembate Sopra - Mapello e non altrove».

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Vittima Yara Gambirasio

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