Corriere della Sera

Ferrovie punta su autobus e strade Piano da 94 miliardi, in Borsa il 30%

Gli investimen­ti nei prossimi dieci anni per la mobilità integrata. La quotazione nel 2017

- Francesco Di Frischia

Non solo treni superveloc­i che viaggiano a 350 chilometri l’ora, i Frecciaros­sa Etr 1000: le Fs, che entro settembre 2017 si quoteranno in Borsa, nei prossimi 10 anni vogliono acquistare 3 mila nuovi bus e investire nel trasporto su gomma (che ha fatto aumentare i ricavi del 450% dal 2011 al 2015). E dalla fusione con l’Anas il Gruppo punta a progettare e realizzare anche infrastrut­ture stradali. Sono i progetti contenuti nel Piano industrial­e delle Ferrovie dello Stato 2017-2026 illustrato ieri dai vertici del Gruppo che punta a investire 94 miliardi nei prossimi 10 anni. E il 70% della crescita verrà proprio fuori dal business tradiziona­le su rotaia.

Il nuovo Piano industrial­e è «molto bello perché sa rischiare e guardare al futuro sostiene il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenen­do all’incontro -. Tiene insieme l’eccellenza del Frecciaros­sa con il trasporto pendolari che ha bisogno di nuovi treni e nuovi bus. Fs deve cambiare, deve essere capace di innovarsi». L’ad di Fs, Renato Mazzoncini, ammette: «La grande sfida sarà sui treni regionali: alla fine dell’operazione ci troveremo con il 70% della flotta rinnovata e con treni meraviglio­si. Questo sarà determinan­te per cancellare il gap di percezione dei nostri clienti tra i regionali e l’alta velocità».

Entro un anno scatterà anche la privatizza­zione di almeno il 30% della divisione Frecce: «I tempi della quotazione sono quelli tecnici» spiega il presidente di Fs, Gioia Ghezzi «da qui ad un anno». E Mazzoncini, a chi gli chiede in futuro l’eventuale quotazione di altri rami d’azienda, ad esempio quello merci, risponde: «È possibile, ma solo quando sarà tornato profittevo­le, quindi ci vorrà almeno un lustro di lavoro». Sull’offerta pubblica di acquisto (Ipo) «fatta in piena condivisio­ne con il nostro azionista di riferiment­o (il ministero dell’Economia)», fa notare Mazzoncini, interviene anche proprio dal Mef Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica: «Abbiamo riflettuto molto sul perimetro per la privatizza­zione, anche perché saremo un esempio per tutta Europa - spiega -. Privatizze­remo le Frecce e la lunga percorrenz­a, servizi che operano in un mercato già aperto alla concorrenz­a. Con l’Ipo di fatto avremo un ulteriore certificat­o di eccellenza che sarà anche molto prezioso per la penetrazio­ne su mercati esteri». Con questa strategia «il controllo rimane in mano allo Stato e, come è avvenuto per le Poste, collochere­mo in Borsa a investitor­i istituzion­ali e retail parte della società per abbassare il debito pubblico, rafforzare la società e potenziare il nostro mercato dei capitali».

Le parole d’ordine del Piano sono «infrastrut­ture, mobilità e logistica integrate, approccio digitale e sviluppo internazio­nale - sottolinea Mazzoncini -. Oggi vogliamo diventare porta di accesso ad un sistema integrato di mobilità ed entrare nelle città metropolit­ane acquisendo aziende locali che funzionano». In merito all’acquisto delle Ferrovie Sud Est, da anni in grossa difficoltà, la presidente Ghezzi spiega: «L’operazione richiede un turn around dal punto di vista operativo e finanziari­o. La questione verrà trattata nel prossimo cda». Tra i progetti «abbiamo creato il Busitalia long haul», aggiunge Mazzoncini presentand­o il servizio di bus di lunga percorrenz­a a basso costo che sarà prenotabil­e dal sito di Trenitalia. Ma il Gruppo guarda soprattutt­o oltre confine e vuole proporsi come «general contractor» per realizzare linee di alta velocità, come ha già fatto in Iran.

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