Ferrovie punta su autobus e strade Piano da 94 miliardi, in Borsa il 30%
Gli investimenti nei prossimi dieci anni per la mobilità integrata. La quotazione nel 2017
Non solo treni superveloci che viaggiano a 350 chilometri l’ora, i Frecciarossa Etr 1000: le Fs, che entro settembre 2017 si quoteranno in Borsa, nei prossimi 10 anni vogliono acquistare 3 mila nuovi bus e investire nel trasporto su gomma (che ha fatto aumentare i ricavi del 450% dal 2011 al 2015). E dalla fusione con l’Anas il Gruppo punta a progettare e realizzare anche infrastrutture stradali. Sono i progetti contenuti nel Piano industriale delle Ferrovie dello Stato 2017-2026 illustrato ieri dai vertici del Gruppo che punta a investire 94 miliardi nei prossimi 10 anni. E il 70% della crescita verrà proprio fuori dal business tradizionale su rotaia.
Il nuovo Piano industriale è «molto bello perché sa rischiare e guardare al futuro sostiene il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo all’incontro -. Tiene insieme l’eccellenza del Frecciarossa con il trasporto pendolari che ha bisogno di nuovi treni e nuovi bus. Fs deve cambiare, deve essere capace di innovarsi». L’ad di Fs, Renato Mazzoncini, ammette: «La grande sfida sarà sui treni regionali: alla fine dell’operazione ci troveremo con il 70% della flotta rinnovata e con treni meravigliosi. Questo sarà determinante per cancellare il gap di percezione dei nostri clienti tra i regionali e l’alta velocità».
Entro un anno scatterà anche la privatizzazione di almeno il 30% della divisione Frecce: «I tempi della quotazione sono quelli tecnici» spiega il presidente di Fs, Gioia Ghezzi «da qui ad un anno». E Mazzoncini, a chi gli chiede in futuro l’eventuale quotazione di altri rami d’azienda, ad esempio quello merci, risponde: «È possibile, ma solo quando sarà tornato profittevole, quindi ci vorrà almeno un lustro di lavoro». Sull’offerta pubblica di acquisto (Ipo) «fatta in piena condivisione con il nostro azionista di riferimento (il ministero dell’Economia)», fa notare Mazzoncini, interviene anche proprio dal Mef Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica: «Abbiamo riflettuto molto sul perimetro per la privatizzazione, anche perché saremo un esempio per tutta Europa - spiega -. Privatizzeremo le Frecce e la lunga percorrenza, servizi che operano in un mercato già aperto alla concorrenza. Con l’Ipo di fatto avremo un ulteriore certificato di eccellenza che sarà anche molto prezioso per la penetrazione su mercati esteri». Con questa strategia «il controllo rimane in mano allo Stato e, come è avvenuto per le Poste, collocheremo in Borsa a investitori istituzionali e retail parte della società per abbassare il debito pubblico, rafforzare la società e potenziare il nostro mercato dei capitali».
Le parole d’ordine del Piano sono «infrastrutture, mobilità e logistica integrate, approccio digitale e sviluppo internazionale - sottolinea Mazzoncini -. Oggi vogliamo diventare porta di accesso ad un sistema integrato di mobilità ed entrare nelle città metropolitane acquisendo aziende locali che funzionano». In merito all’acquisto delle Ferrovie Sud Est, da anni in grossa difficoltà, la presidente Ghezzi spiega: «L’operazione richiede un turn around dal punto di vista operativo e finanziario. La questione verrà trattata nel prossimo cda». Tra i progetti «abbiamo creato il Busitalia long haul», aggiunge Mazzoncini presentando il servizio di bus di lunga percorrenza a basso costo che sarà prenotabile dal sito di Trenitalia. Ma il Gruppo guarda soprattutto oltre confine e vuole proporsi come «general contractor» per realizzare linee di alta velocità, come ha già fatto in Iran.