L’EuroInter non ha alternative «Questa coppa è da vincere»
A Praga per rimediare al k.o. con l’Hapoel e per attirare i nuovi sponsor cinesi
I bonus sono già finiti e l’Inter non ha alternative. Lo schianto a San Siro contro gli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva non è stato solo un traumatico ritorno-esordio in Europa League, ha rischiato pure di chiudere in fretta e furia l’avventura di Frank De Boer sulla panchina nerazzurra. La sconfitta è stata il punto più basso nella breve gestione del tecnico olandese, ha lasciato scorie pesanti come l’esclusione di Brozovic («È reintegrato, ora deve dimostrare passo passo di meritarsi la convocazione, per Roma vedremo») e ha segnato una svolta.
Dopo lo 0-2 con l’Hapoel, l’Inter è riemersa dal pozzo. Stasera però a Praga è obbligata a vincere, la coppa non aspetta e la proprietà cinese tiene molto al trofeo, tanto da aver promesso un sostanzioso premio per il passaggio del turno. E qualificarsi potrebbe dare anche un’ulteriore spinta alla trattativa con il gruppo di telecomunicazioni cinese Zte, intenzionato a diventare uno degli sponsor del club.
Un tempo fucina di grandi talenti come il gigante degli anni 90 del Genoa Tomas Skuhravy, che ora non se la passa per nulla bene, lo Sparta vive un passaggio delicato della sua storia. Ha appena esonerato l’allenatore Zdenek Scasny (al suo posto debutta in panchina il tecnico della Primavera David Holoubek), ha perso 0-2 domenica in casa il derby con lo Slavia e l’esordio in coppa con il Southampton si è chiuso con un disastroso 3-0. L’Inter parte favorita, lo era però pure con gli israeliani e anche allora De Boer fece parecchio turnover che riproporrà pure a Praga: sei i cambi
Cesare Prandelli (foto) riparte da Valencia. La trattativa ha subìto l’accelerazione decisiva ieri pomeriggio, nel momento in cui le parti hanno trovato l’accordo sulla durata del contratto che sarà biennale. L’ex c.t. della Nazionale torna all’estero dopo l’amara esperienza con il Galatasaray e dopo una pausa di quasi due anni. In estate aveva stretto la mano a Claudio Lotito e tutto lasciava intendere che sarebbe diventato l’allenatore della Lazio. Il voltafaccia del presidente biancoceleste ha fatto perdere del tempo a Prandelli, che ha avuto diverse offerte dall’estero, anche una suggestiva del Flamengo. Ora è pronto per rimettersi in gioco. Il Valencia è in brutte acque, quindicesimo nella Liga con appena 6 punti dopo aver perso le prime 4 partite e vinto le ultime due. Una bella sfida. Prandelli oggi volerà a Singapore in compagnia del d.s. Jesus Garcia Pitarch, che ha condotto la trattativa, per firmare il contratto davanti al magnate Peter Lim, proprietario del 70% del club. Subito dopo raggiungerà Valencia per seguire dalla tribuna del Mestalla la sfida con l’Atletico Madrid. Il debutto è previsto il 16 ottobre a Gijon. Lo seguiranno nella nuova avventura il fedelissimo Gabriele Pin, storico braccio destro, e il figlio Nicolò, che diventerà il preparatore atletico. Clima rilassato Scherzi in allenamento: Felipe Melo e Miranda prendono di mira Murillo. Sopra, a destra il viola Bernardeschi (Reuters/Getty Images)
previsti rispetto alla formazione di domenica. Fallire l’esame di riparazione non è ammesso. «Alla coppa teniamo moltissimo, la voglio vincere. Questa gara con lo Sparta è più importante del match con la Roma».
L’Inter non ha margini di errore, per il cuore e per gli affari (premi e sponsor). L’allenatore olandese però ha una rosa mutilata dal fair play finanziario Uefa. Quattro giocatori non schierabili: Joao Mario, Kondogbia, Jovetic e Gabigol.
«Purtroppo non è un bene per l’Inter, ma lo devo accettare. È un fatto e non piango, ho fiducia nei giocatori che ho qui». Niente alibi, insomma, anche se molti sono giovanissimi. Dovrebbero essere riproposti il 20enne Gnoukouri e il 19enne Miangue: responsabilizzare i ragazzi è una politica precisa. «A me non interessa l’età, vedo se imparano in allenamento e se non mi lasciano dubbi li faccio giocare, giovani o vecchi fa lo stesso».
La seconda uscita di coppa
non è un test, piuttosto è un esame di riparazione in vista del match di domenica sera all’Olimpico con la Roma, ultimo prima della pausa per le Nazionali. Deve essere anche l’occasione per sbloccare una squadra che finora ha vissuto solo sulle reti di Icardi e Perisic, possibili riserve a Praga. «È una casualità: è la chance per sbloccarsi». E per rimettere l’Inter sul treno qualificazione.