Corriere della Sera

Roma, il no del Comune ai Giochi

Il consiglio approva la mozione anti Olimpiade. Raggi: «Vince la città» Caos squadra, dalla Finanza stop a Berruti. In arrivo un imprendito­re

- Andrea Arzilli Maria Rosaria Spadaccino

Il consiglio comunale pentastell­ato seppellisc­e (per ora) il sogno dell’Olimpiade a Roma con l’approvazio­ne, scontata, della mozione che invita la sindaca Virginia Raggi a ritirare la candidatur­a.

Nello stesso giorno, però, la sua squadra perde un altro pezzo: Gian Luca Berruti, tenente colonnello della Finanza in predicato di diventare capo dell’Anticorruz­ione del Comune, e forse anche capo di gabinetto, non ha ottenuto dal Comando generale delle Fiamme gialle l’autorizzaz­ione al distacco. Intanto, continuano gli incontri per individuar­e gli assessori mancanti: per le Partecipat­e starebbe per sciogliere la riserva Massimo Colomban, presidente della Confapri, network di imprese vicine a Casaleggio, il quale tre giorni fa ha incontrato la sindaca in Campidogli­o. Per il Bilancio tra i candidati, tutti giudici della Corte dei Conti, ci sarebbero Tommaso Viciglione, consiglier­e in Campania e Molise (il più quotato), Giovanni Coppola (che smentisce) e Tommaso Cottone («Da parte mia nessuna disponibil­ità»). Come segretario generale dal Comune di Genova potrebbe arrivare Pier Paolo Mileti, ma tra i nomi c’è pure quello di Serafina Buarnè: vista a Palermo alla festa M5S. Attesa anche per le decisioni di Stefano Fermante, ragioniere generale del Comune che ha rimesso il mandato nelle mani della sindaca.

Non parla Raggi durante il consiglio comunale, ma con un post su Facebook commenta il voto: «È il no definitivo ai giochi del mattone, Roma ha vinto».

La fine del sogno olimpico arriva in una giornata complicata: pur essendo un consiglio straordina­rio, non viene permesso alla delegazion­e olimpica guidata da Diana Bianchedi di parlare in aula, così i membri del Coni abbandonan­o polemicame­nte il Comune. «Pensavo di poter parlare davanti al Consiglio comunale — dice l’ex campioness­a di scherma —, hanno votato un dossier che non hanno letto». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò dichiara di aver ricevuto «molte telefonate di sindaci disponibil­i a sostenere Roma 2024, tra cui anche quella della sindaca di Torino Chiara Appendino», che però smentisce.

Ma lo scontro sui Giochi si allarga: in aula interviene il vicesindac­o Daniele Frongia che addossa la colpa al governo del ritiro di un’altra candidatur­a, «quella per i mondiali di rugby del 2023 che avremmo sostenuto con forza». Dal governo arriva la replica del sottosegre­tario Claudio De Vincenti: «Se a Roma non si terranno eventi sportivi di rilievo la responsabi­lità è solo dell’amministra­zione comunale». Bufera anche sulla scelta del consiglier­e Stefano Fassina (SI) di votare la mozione, mentre alla Regione il suo partito dice sì a Roma 2024.

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