Roma, il no del Comune ai Giochi
Il consiglio approva la mozione anti Olimpiade. Raggi: «Vince la città» Caos squadra, dalla Finanza stop a Berruti. In arrivo un imprenditore
Il consiglio comunale pentastellato seppellisce (per ora) il sogno dell’Olimpiade a Roma con l’approvazione, scontata, della mozione che invita la sindaca Virginia Raggi a ritirare la candidatura.
Nello stesso giorno, però, la sua squadra perde un altro pezzo: Gian Luca Berruti, tenente colonnello della Finanza in predicato di diventare capo dell’Anticorruzione del Comune, e forse anche capo di gabinetto, non ha ottenuto dal Comando generale delle Fiamme gialle l’autorizzazione al distacco. Intanto, continuano gli incontri per individuare gli assessori mancanti: per le Partecipate starebbe per sciogliere la riserva Massimo Colomban, presidente della Confapri, network di imprese vicine a Casaleggio, il quale tre giorni fa ha incontrato la sindaca in Campidoglio. Per il Bilancio tra i candidati, tutti giudici della Corte dei Conti, ci sarebbero Tommaso Viciglione, consigliere in Campania e Molise (il più quotato), Giovanni Coppola (che smentisce) e Tommaso Cottone («Da parte mia nessuna disponibilità»). Come segretario generale dal Comune di Genova potrebbe arrivare Pier Paolo Mileti, ma tra i nomi c’è pure quello di Serafina Buarnè: vista a Palermo alla festa M5S. Attesa anche per le decisioni di Stefano Fermante, ragioniere generale del Comune che ha rimesso il mandato nelle mani della sindaca.
Non parla Raggi durante il consiglio comunale, ma con un post su Facebook commenta il voto: «È il no definitivo ai giochi del mattone, Roma ha vinto».
La fine del sogno olimpico arriva in una giornata complicata: pur essendo un consiglio straordinario, non viene permesso alla delegazione olimpica guidata da Diana Bianchedi di parlare in aula, così i membri del Coni abbandonano polemicamente il Comune. «Pensavo di poter parlare davanti al Consiglio comunale — dice l’ex campionessa di scherma —, hanno votato un dossier che non hanno letto». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò dichiara di aver ricevuto «molte telefonate di sindaci disponibili a sostenere Roma 2024, tra cui anche quella della sindaca di Torino Chiara Appendino», che però smentisce.
Ma lo scontro sui Giochi si allarga: in aula interviene il vicesindaco Daniele Frongia che addossa la colpa al governo del ritiro di un’altra candidatura, «quella per i mondiali di rugby del 2023 che avremmo sostenuto con forza». Dal governo arriva la replica del sottosegretario Claudio De Vincenti: «Se a Roma non si terranno eventi sportivi di rilievo la responsabilità è solo dell’amministrazione comunale». Bufera anche sulla scelta del consigliere Stefano Fassina (SI) di votare la mozione, mentre alla Regione il suo partito dice sì a Roma 2024.