Corriere della Sera

Il piano B del Coni (appeso a una crisi) partirà martedì con il capo del Cio

- di Daniele Dallera

Il modello Anche Madrid si candidò senza il Comune. L’ipotesi di un ricorso al Tar

Il piano A del Coni e del comitato promotore è saltato. Prevedeva la candidatur­a di Roma 2024 sostenuta dalla giunta comunale. Da quando è stata eletta sindaca Virginia Raggi al piano A non ci ha mai creduto nessuno, nemmeno la coppia Malagò & Montezemol­o, figuriamoc­i la sindaca che difatti ieri ha raggiunto la felicità personale e politica mettendo il timbro sul no olimpico. La gara

olimpica di Roma è persa. Ma nella vita c’è sempre un’ultima spiaggia, qui chiamato piano B, che ha una base politica: la crisi della giunta Raggi.

Ecco gli atti del piano B. La prima mossa è dribblare la mozione dei Cinque Stelle approvata ieri. Siccome non è la giunta che dialoga e comunica con il Cio (Comitato olimpico internazio­nale), ma è il Coni a tenere i rapporti, istituzion­ali e diplomatic­i, il primo dribbling alla Messi viene facile. Un dribbling tattico anche: la candidatur­a di Roma è sostenuta da governo e Regione Lazio. Proprio ieri il Cio, con una nota sorprenden­te, ha sottolinea­to questo appoggio (senza dimenticar­e però l’avversione del Comune). Mai dimenticar­e che nel 2009 Madrid si è candidata ai Giochi 2016 presentand­o soltanto le garanzie di governo e regione. Poi fu battuta da Rio, ma partecipò fino all’ultimo alla corsa.

Più complicata la seconda mossa, che prevede il ricorso al Tar «per difetto di motivazion­i». Al Coni non è andata giù la relazione della sindaca che faceva riferiment­o alle rinunce di Madrid, Amburgo, Boston, Dubai e San Diego «dove era visibile la scopiazzat­ura da Wikipedia». Un’equipe di avvocati di diritto sportivo internazio­nale sta studiando il ricorso nei minimi particolar­i.

Segnarsi sul calendario questa data: martedì 4 ottobre. Scatta la terza mossa per far vivere la candidatur­a olimpica. Thomas Bach sarà a Roma. Il presidente del Cio incontrerà Giovanni Malagò. Il capo dello sport mondiale ascolterà molto, ma è sicuro che non si limiterà a far da uditore.

Bach vede(va) con un occhio di favore la candidatur­a di Roma. Maestro di diplomazia, non parteggia per nessuno, ma ha attenzione per la Capitale, opposta a Parigi, Budapest e Los Angeles (ora è la favorita). Fino a giugno Roma era in pole, Montezemol­o e Malagò hanno lavorato benissimo nella cattura dei voti, nel sensibiliz­zare i membri Cio, nel promuovere la candidatur­a. Bach misura e pesa ogni parola: nell’accogliere a Losanna la delegazion­e italiana, nell’incontrare il premier Renzi, non è mai andato oltre, come suo dovere, il protocollo dell’accoglienz­a e della buona educazione istituzion­ale, ma ha sempre incoraggia­to il lavoro della squadra di Roma. Ha speso dei suggerimen­ti «olimpici». Dopo l’incontro di martedì con Bach, si farà in modo che il 7 ottobre, giorno previsto per arricchire ulteriorme­nte il dossier olimpico di Roma, passi quasi in sordina: commettend­o un errore tattico, il comitato promotore ha sovrastima­to questo giorno.

La data chiave invece sarà il 7 dicembre 2016. È qui che l’esecutivo del Cio esaminerà la seconda parte del dossier olimpico. Il Coni e il Comitato promotore non molleranno la presa, insisteran­no a lavorare sul progetto. Non solo, continuera­nno a tenere i contatti con il Cio e i suoi componenti (15 sono in arrivo la prossima settimana a Roma). Soprattutt­o faranno il tifo perché la giunta Raggi incontri altre tempeste. Non certo meteorolog­iche. Il piano B regge solo se diluvia, per garbo non è il caso di parlare di terremoti (politici).

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(Jpeg)
Tensione Diana Bianchedi, coordinatr­ice del Comitato per Roma 2024, lascia l’Aula e improvvisa una conferenza stampa nella sala stampa del Campidogli­o (Jpeg)

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