Corriere della Sera

«Tre anni per gli scontrini delle cene» I pm chiedono la condanna di Marino

I 56 pagamenti con la carta di credito del Comune. E il Campidogli­o vuole 600 mila euro di danni

- Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it (Ansa)

Ignazio Marino il 10 giugno 2013 batte l’uscente Gianni Alemanno col 63,9% e viene eletto sindaco di Roma: festeggia al Tempio di Adriano sventoland­o la maglietta con lo slogan «Daje»

La Procura chiede per Ignazio Marino una condanna a tre anni e quattro mesi di carcere complessiv­i per le due vicende degli scontrini e della onlus «Imagine». I suoi avvocati contrattac­cano parlando di indagini «lacunose», investigat­ori «fantasiosi», interpreta­zioni forzate della legge.

Secondo l’accusa, in realtà, l’ex sindaco avrebbe consumato un pacchetto di non meno di 56 fra pranzi e cene «nell’interesse suo, dei congiunti e di altre persone non identifica­te» per un totale di circa 13.000 euro pagati con la carta di credito del Comune.

Moltiplica­ndo esponenzia­lmente quella cifra, gli avvocati del Campidogli­o guidato dai Cinque Stelle — che, all’epoca, dai banchi dell’opposizion­e presentaro­no l’esposto in procura (i promotori erano Daniele Frongia, Enrico Stefano, Marcello De Vito e Virginia Raggi) — chiedono oggi a Marino un risarcimen­to danni pari a 600.000 euro.

Riguardo alla vicenda «Imagine», sempre secondo i magistrati Roberto Felici e Pantaleo Polifemo, l’ex primo cittadino avrebbe avallato un sistema di certificaz­ione dei compensi per prestazion­i fasulle, danneggian­do l’Inps per 6.000 euro circa.

La sentenza è prevista per il 7 ottobre: e, se le richieste fossero accolte, per l’ex sindaco Il sindaco «verde» Portando la bici sulla scalinata del Campidogli­o, Marino si presenta alla prima seduta dell’Assemblea Capitolina, il 13 giugno 2013. Tra le prime misure, la pedonalizz­azione dei Fori imperiali non sarebbe praticabil­e né la sospension­e della pena (sotto i due anni) né l’alternativ­a delle misure sociali (sotto i tre), ma si aprirebber­o le porte del carcere.

La difesa di Marino reagisce accusando la Procura di aver allargato il concetto di peculato fino a deformarlo e di aver addirittur­a fatto dire all’ex sindaco di Roma cose che mai si sarebbe sognato di affermare, tipo smentire che la firma sugli scontrini fosse la sua.

«Ho severament­e censurato — dice Enzo Musco — il lavoro della Guardia di finanza che, tra le altre cose, ha attribuito al mio assistito risposte 26 dicembre 2013 Lo scontrino da 260 euro presentato da Marino e agli atti dell’inchiesta Con il premier I rapporti con Matteo Renzi non sono mai stati facili: tensioni ci sono state sul decreto Salva-Roma e dopo Mafia Capitale, fino al caso delle note spese del sindaco: «Governi o vada a casa», lo gelò il premier Amarezza Ignazio Marino esce da un’uscita secondaria il giorno delle sue dimissioni (Jpeg) Il capolinea L’8 ottobre 2015 Marino si dimette, il 29 ritira via social le dimissioni ma il 30 lasciano in blocco 26 consiglier­i (di cui 19 del Pd) e la giunta decade. L’ex sindaco si congeda con un’affollata conferenza stampa che non ha mai rilasciato, frutto quindi di pura fantasia investigat­iva. Il mio assistito non ha mai utilizzato risorse pubbliche per finalità private». Marino è accusato anche di falso: all’epoca per nascondere le spese improprie distribuit­e fra L’antico girarrosto toscano e altri ristoranti, avrebbe ordinato allo staff di elaborare una serie di giustifica­zioni compatibil­i con l’impegno istituzion­ale, inducendo «soggetti non individuat­i addetti alla segreteria a redigere atti pubblici attestanti fatti non veri».

Quanto alla onlus, Marino è accusato di concorso in truffa per aver contribuit­o assieme ad altri tre dipendenti alla certificaz­ione di compensi riferiti a collaboraz­ioni fasulle.

Sulle richieste sarà chiamato a decidere il giudice per l’udienza preliminar­e Pierluigi Balestrier­i, mentre sul caso degli scontrini è aperto anche il capitolo del danno erariale con accertamen­ti in corso da parte della Corte dei conti. «Sono tranquilli­ssimo — dice Marino —. Da sindaco ho regalato alla città 11 milioni di euro trovando sponsorizz­azioni ai restauri monumental­i. Nel merito abbiamo demolito l’accusa. Sono fiducioso che tutto si concluderà con un prosciogli­mento».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy