Corriere della Sera

Missione americana per Berlusconi La carta Murdoch per la pay tv

L’ex premier potrebbe incontrare il magnate per discutere di Mediaset premium

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che si fanno la guerra dall’epoca in cui, autunno 2008, il quarto governo Berlusconi raddoppiò l’Iva per gli abbonati e tagliò i tetti pubblicita­ri delle pay tv, misure a cui Sky rispose decidendo di non partecipar­e alla gara per l’assegnazio­ne di nuove frequenze del digitale terrestre? La risposta starebbe proprio là, in quelle due parole. «Digitale terrestre». E anche nella voglia dei berlusconi­ani di rispondere allo smacco subito dai francesi di Vivendi, con cui il contenzios­o è ancora aperto, proponendo Mediaset Premium proprio a Murdoch.

Ma non si può capire il possibile «segno di pace» tra il «Biscione» e lo «Squalo» senza ricomporre il puzzle dell’ultima guerra. Che comincia il 10 febbraio del 2014, quando Cologno Monzese strappa a Sky l’esclusiva triennale della Champions League di calcio. La cifra è sorprenden­te, 717 milioni, 239 a stagione, del 50 percento superiore alla vendita degli anni precedenti. Per alcuni, è la prova che il digitale terrestre di Mediaset vuole intaccare il dominio satellitar­e di Sky. Per altri, invece, è la spia del tentativo berlusconi­ano di vendere Premium a Sky facendo leva sui diritti.

Davanti a sé, a quel punto, Murdoch ha due strade. Trattare con la famiglia Berlusconi, e quindi inseguire. Oppure sedersi sulla riva del fiume, e quindi aspettare. I dirigenti marketing di Sky predispong­ono un piano di guerra finalizzat­o a contenere l’attesa emorragia di abbonati verso Mediaset. Ma non ce ne sarà bisogno, perché non ci sarà. A questo punto, e siamo all’anno scorso, i problemi sono tutti in casa Mediaset. Il gioco dei 717 milioni dimostra di non valere la candela. E Silvio Berlusconi in persona, in gran segreto, a gennaio di quest’anno vola a Parigi per incontrare Vincent Bolloré. Dopo lo storico incontro di vent’anni prima con Francois Mitterrand, che aveva portato alla nascita di La Cinq, è forse il più importante viaggio d’affari del «Dottore» in Francia. L’ex premier torna a casa con una stretta di mano e un accordo di sinergia tra Premium e Vivendi. E l’accordo, destinato a portare la tv del digitale terrestre (e i relativi guai) fuori dall’orbita di Cologno Monzese, è quello che viene poi annunciato a inizio aprile, nel giorno in cui ancora nessuno — e men che meno Berlusconi — è in grado di leggere nel cielo gli oscuri presagi di quello che succederà dopo. E cioè il passo indietro di Vivendi e quindi «l’incredibil­e voltafacci­a di Vincent Bolloré», come lo definirà Marina Berlusconi in una lettera inviata al Corriere il 29 luglio.

Come dopo uno sfortunato lancio di dadi al Monopoli, adesso Mediaset è tornata alla casella del «via». Da un lato, c’è il contenzios­o con Vivendi a suon di carte bollate. Dall’altro, l’ipotesi di accompagna­re Premium tra le braccia di Sky. E questi sono i dilemmi, e i pensieri, del Berlusconi che ieri sera ha soffiato le sue ottanta candeline. E che si prepara a salire la scaletta di un aereo per un viaggio che potrebbe cambiare di nuovo tutto. Potrebbe.

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