Il chiropratico che promette la «guarigione riconnettiva»
Pearl a Milano presenta il metodo basato sull’equilibrio energetico: «Ma senza lasciare le cure tradizionali»
È come essere immersi in una rete wi-fi: nessuno se ne accorge fino a quando non si accende il cellulare. Lo stesso vale per un altro sistema di onde energetiche, presenti nell’ambiente, una specie di grande mare in cui ci muoviamo come i pesci nell’acqua, ma non ne siamo consapevoli. Eppure questo sistema è connesso a noi, da lui possiamo attingere per recuperare le nostre, di energie, per vivere meglio le emozioni, per riequilibrare la psiche e per riacquistare il benessere fisico.
Come? Lo insegna Eric Pearl: nato nel 1955 a Pennsauken, New Jersey, si trasferisce poi a Los Angeles dove esercita, come chiropratico, per dodici anni fino a quando non «inventa» la cosiddetta «guarigione riconnettiva», un metodo, appunto, per ristabilire l’equilibrio energetico di una persona.
«Un giorno del 1993, un giovedì — ci racconta Pearl — un mio paziente, senza che io lo avessi ancora toccato con le mani, ha cominciato a mostrare un miglioramento dei suoi movimenti, prima limitati». Da allora il dottor Pearl comincia a coltivare questa sua capacità e la sua notorietà cresce di giorno in giorno.
Pearl non è un guru, non è un pranoterapeuta, non è un cultore del reiki giapponese (un’altra pratica che si basa sul trasferimento di energie) e nemmeno del Qi Gong cinese , perché non usa le sue energie. Lui è un «catalizzatore»: incanala le energie cosmiche e le fa convergere su una persona, che così riequilibra le sue.
I suoi sostenitori, migliaia nel mondo, ci credono e ne testimoniano i risultati in blog e siti Internet. Il suo ultimo libro è stato tradotto in una quarantina di lingue, compreso l’italiano con il titolo: The reconnection, «La riconnessione. Guarisci gli altri, guarisci te stesso». Appunto: nei suoi seminari in giro per il mondo, Pearl aiuta le persone a sfruttare l’energia cosmica per riconquistare il proprio equilibrio psico-fisico, ma anche a trasferirla agli altri.
Perché così tante persone lo seguono?
«Oggi le persone cercano di riappropriarsi della loro salute — risponde Pearl —. Io dico: va bene la medicina riconnettiva, ma senza abbandonare quella classica».
E c’è un sogno per il futuro che Pearl coltiva (e di cui parlerà a Milano, domenica mattina, al Teatro Dal Verme in occasione del Dreamers Day): «Il mio sogno è che tutti arrivino alla consapevolezza che c’è un modo per aiutare se stessi e gli altri a vivere meglio».