Corriere della Sera

Prima in aereo e poi in bicicletta Egadi, le farfalle del Mediterran­eo

- Maria Egizia Fiaschetti

Una vita diversa, in cui svegliarsi e vedere il mare, muovendosi senza traffico, con il ristorante preferito sotto casa, lo sport, le mostre, il parco giochi e lo shopping a portata di mano. Tra Trieste e Venezia, Portopicco­lo Sistiana è stato concepito come una sintesi di architettu­ra, tecnologia ed eco-sostenibil­ità all’avanguardi­a: un borgo a misura d’uomo, per ritrovare la qualità della vita. Qui si può scegliere di comperare casa o na «farfalla sul mare» — l’immagine è del pittore siciliano Salvatore Fiume — al largo di Trapani. Trentatré chilometri di costa da scoprire pedalando, tra insenature d’acqua limpida e cave di tufo: con 20 chilometri di piste e un parco di 6.500 bike a noleggio, secondo il portale Lifegate Favignana, nell’arcipelago delle Egadi, è l’isola più ciclabile del Mediterran­eo. Raggiungib­ile in aereo da numerose città italiane, con scalo a Birgi e traversata di mezz’ora in aliscafo, può essere meta di una breve pausa relax fino a ottobre inoltrato. Senza rinunciare a tuffi e immersioni, complici le temperatur­e miti.

E però, se il turismo balneare rimane il target principale, cresce l’interesse per la storia di un territorio denso di stratifica­zioni: dal paesaggio lunare delle grotte calcaree, trasformat­e in case e giardini ipogei, alle suggestion­i neogotiche dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda. Non a caso, il museo inaugurato nel 2009 nell’ex stabilimen­to Florio (i lavori di ampliament­o, nella seconda metà dell’Ottocento, furono di passarci qualche giorno: ora il Falisia, il primo hotel 5 stelle lusso del Friuli Venezia Giulia, costruito proprio all’interno del resort (dove c’è anche un beach club e alcune gallerie commercial­i) si preannunci­a come una delle destinazio­ni dell’autunno, con il programma wellness «Mens sana in corpore sano» (www.portopicco­losistiana.it). L’occasione giusta è proprio questo weekend, con la 2° edizione del Portopicco­lo affidati all’ingegnere Filippo La Porta) spicca tra i primi dieci nella classifica degli utenti di Tripadviso­r. «Il più visitato nella provincia di Trapani dopo i templi di Segesta e Selinunte — spiega Renato Alongi, responsabi­le della comunicazi­one — con 70 mila presenze nel 2015». Merito di una web reputation conquistat­a grazie alla viralizzaz­ione dei contenuti: «Siamo l’unico sito regionale presente su tutti i canali social — sottolinea Alongi — . Puntiamo a chiudere il 2016 (lo spazio è aperto dalla prima settimana di aprile fino al 6 novembre) in linea con i risultati dello scorso anno».

Dopo il recente restauro, che ha interessat­o i due terzi della le isole Egadi sono Favignana, Marettimo e Levanzo struttura, nel Patto per la Sicilia firmato ad agosto dal governo sono stati finanziati nuovi interventi per la tonnara (circa 5 milioni di euro): i lavori prevedono il recupero di parte dei magazzini, del mulino e della centrale elettrica. Non solo. Per rafforzare l’offerta culturale si sta pensando di teatralizz­are la visita guidata, già proposta in forma di storytelli­ng. Ad attrarre il pubblico è il mix di multimedia­lità e tradizione orale, veicolata dai testimoni diretti: da zi’ Peppe, alias Giuseppe Giangrasso, ex operaio rimasto come custode, agli ultimi rais della mattanza.

Esperiment­o inaugurato con l’installazi­one «Torino» nella quale 18 autori-protagonis­ti che hanno vissuto e lavorato nello stabilimen­to si materializ­zano su schermi di celluloide digitale. Una miniera di aneddoti sulla quale sta pensando di investire anche la Sicilia film commission: dopo la saga del commissari­o Montalbano chissà che non arrivi anche una fiction sulla famiglia Florio, storica proprietar­ia della tonnara.

Nel museo i registri narrativi si intreccian­o in un viaggio à rebours che spazia dall’archeologi­a industrial­e alla ricostruzi­one della pesca del tonno, fino alla prima guerra punica. L’antiquariu­m custodisce 12 rostri ritrovati nelle acque tra Levanzo (celebre per le pitture rupestri del Paleolitic­o nella Grotta del genovese) e Marettimo (paradiso della biodiversi­tà) risalenti alla battaglia navale delle Egadi: lo scontro che, nel 241 avanti Cristo, decretò la vittoria dei romani sui cartagines­i per il controllo del Mediterran­eo. Uno spettacolo totale, mai disconness­o dalla realtà: siano i visi scultorei dei tonnaroti o il mondo subacqueo. Incontri ravvicinat­i con maschera e boccaglio o al Centro di primo soccorso per tartarughe (caretta caretta) all’interno di Palazzo Florio. L’ultimo a essere liberato è stato Enea, esemplare sub-adulto di 20 chili rimasto intrappola­to in un palangaro. Dal fish watching alla scoperta dei sapori locali: tra i classici, il cous-cous di pesce e la busiata, pasta lavorata a mano tipica del Trapanese.

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