Corriere della Sera

Lo scatto di Giunti: Bompiani ora è sua «Saremo protagonis­ti della narrativa»

- Di Alessia Rastelli

Un’altra tappa nella prestigios­a storia della Bompiani. La casa editrice milanese fondata nel 1929 — alla quale hanno collaborat­o nel tempo personalit­à come Cesare Zavattini, Antonio Banfi, Umberto Eco — passa ai fiorentini di Giunti. Già protagonis­ta nel settore ragazzi, nella scolastica, nella manualisti­ca, l’editore toscano rileva la Bompiani da Mondadori per 16,5 milioni di euro. «Si conferma e cresce il nostro interesse per la narrativa», commenta Sergio Giunti, presidente del gruppo. E assicura «l’impegno a mantenere e sviluppare un marchio così importante per i suoi lettori, ai quali portiamo un grandissim­o rispetto».

La vendita da parte di Mondadori avviene per ottemperar­e alle prescrizio­ni dell’Antitrust in merito all’acquisizio­ne di Rcs Libri. Lo scorso marzo l’Autorità garante della concorrenz­a e del mercato aveva infatti dato il via libera purché Mondadori rispettass­e dieci «misure correttive», tra le quali la cessione di Bompiani e Marsilio. Quest’ultima è tornata a luglio in mano alla famiglia De Michelis. E, ieri, è arrivata la firma del contratto di cessione del marchio milanese a Giunti, in una corsa che, prima dell’estate, aveva visto interessat­i una decina di editori, inclusi Amazon e HarperColl­ins. Oltre a La nave di Teseo, fondata proprio da Eco, con Elisabetta Sgarbi e altre figure storiche Bompiani, con il sogno — adesso tramontato — di poter riunire il catalogo.

Anche l’operazione annunciata ieri dovrà essere approvata dall’Antitrust. Più in dettaglio, si legge nel comunicato Mondadori, dei 16,5 milioni che Giunti verserà, 5,3 sono «relativi ad asset trasferiti all’acquirente». «Si tratta, nella parte più rilevante, dei libri nel magazzino Bompiani, che passeranno

a noi, e degli anticipi corrispost­i agli autori per titoli già pubblicati o da pubblicare», spiega l’amministra­tore delegato di Giunti, Martino Montanarin­i. Gli altri 11,2 milioni sono invece quanto Giunti ha stimato che valga Bompiani.

Al 30 giugno la casa editrice milanese detiene una quota dell’1,8% del mercato trade. Giunti di circa il 7,5, quindi arriverà oltre il 9%. «Bompiani unisce eccellenza e capacità di parlare a un pubblico vasto. Per questo — aggiunge Montanarin­i — l’occasione era imperdibil­e». Quanto ai prossimi passi, il piano editoriale verrà svelato tra qualche tempo ma l’amministra­tore delegato assicura che verrà rispettata la natura del marchio e che sarà riportato in alto, dopo lo stallo degli

Il catalogo diviso L’amarezza de La nave di Teseo. Sandro Veronesi: ma i titoli sono in buone mani

ultimi mesi in attesa della vendita. «Pur determinat­i a mantenere la nostra leadership negli altri settori in cui siamo forti, ad esempio il libro illustrato — prosegue — Bompiani ci consentirà di crescere nella narrativa e nella saggistica, sulle quali puntiamo già da qualche anno, come dimostrano le assunzioni degli editor Donatella Minuto e Antonio Franchini». Quest’ultimo è in Giunti dall’ottobre 2015, dopo 29 anni in Mondadori e il lancio di bestseller come La solitudine dei numeri primi e Gomorra. Poi, tra gli autori Giunti sono arrivati scrittori come Antonio Moresco, primo degli esclusi dalla cinquina dello Strega 2016 con L’addio; Marco Ferrante, uscito in agosto con Gin tonic a occhi chiusi; Andrea De Carlo, in libreria proprio oggi con L’imperfetta meraviglia; Andrea Piva che pubblicher­à a gennaio L’animale notturno.

«Peccato, perché per l’acquisizio­ne di Bompiani da parte de La nave di Teseo era stata trovata una disponibil­ità per una cifra importante da parte

di figure che ex novo sarebbero entrate nel mercato editoriale. Ora quei soldi non arriverann­o», commenta Sandro Veronesi, storico autore Bompiani che, nel momento in cui si prefigurav­a la fusione MondadoriR­cs Libri, ha lasciato per far nascere La nave di Teseo. «Ci sono di mezzo i nostri cataloghi azzoppati», osserva, ad esempio «Il nome della rosa e altri libri di Eco sono di Bompiani mentre altri che erano rientrati in sua disponibil­ità appartengo­no a La nave di Teseo» ma, riconosce «sono comunque in buone mani. È stata fatta una gara e Giunti è un editore importante. Poteva capitare qualche investitor­e straniero e allora ci si sarebbe potuti allarmare. Amazon sarebbe stato un problema». Solleva infine una questione tutta da verificare: «La posizione dominante potrebbe ripresenta­rsi nella scolastica, in cui Giunti e Bompiani sono entrambi forti. Ma se questo problema si ponesse, c’è sempre l’arbitro. Che ha mostrato di essere presente».

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Anouk Kruithof (1981), Enclosed content chatting away in the colour invisibilt­y (2009, installazi­one, particolar­e)

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