Anpi: la nostra campagna per il No al referendum
Segnaliamo, con inevitabile e forte stupore, nel pezzo «In campo giuristi, politici e artisti. I mille volti della battaglia del No» di Dino Martirano (Corriere di ieri), una grande assente: l’Anpi. Questo non per eccesso di auto considerazione ma per un incontrovertibile dato di fatto: siamo in campo da due anni per questa battaglia, con una intensificazione di iniziative tali da portare il presidente del Consiglio Matteo Renzi a invitare il nostro presidente Carlo Smuraglia a un pubblico confronto il 15 settembre a Bologna. Forse il momento più rilevante, allo stato, della campagna referendaria che ha ottenuto, perciò, titoli nelle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali e una straordinaria circolazione nel web. Ufficio stampa Anpi nazionale (Associazione nazionale partigiani d’Italia) Pratesi e i dubbi irrisolti sul Ponte di Messina
Mi sembra strano che i vari oppositori al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, che denunciano l’instabilità sismica del sito, non abbiano parlato del fatto che, a oggi, il ponte sospeso più lungo del mondo, quello che dal 1998 unisce la città di Kobe all’isola Awaji, abbia la campata sospesa di 1991 metri, mentre quella del Ponte sullo Stretto ne prevede una di 3300 metri. Ho seguito i dibattiti dei maggiori ingegneri e architetti strutturalisti italiani che hanno spiegato come con le tecnologie e i materiali attuali il ponte non sarebbe stato possibile. Ne ho discusso in televisione con uno dei maggiori architetti del mondo, Daniel Libeskind, disegnando in diretta la differenza di proporzioni tra i due progetti, senza avere risposte convincenti. I miei dubbi restano. Fulco Pratesi, f.pratesi@wwf.it La drammatica situazione della Sicilia
Oltre ai problemi relativi alle linee ferroviarie siciliane (Corriere di ieri) vorrei segnalare che: gli acquedotti sono un colabrodo; vi sono nelle città (nella fattispecie, Sr) quartieri senza fognature; la regimentazione urbana delle acque meteoriche è un’utopia che, a ogni acquazzone, manda sott’acqua interi quartieri; la rete stradale ordinaria, sia statale sia provinciale, necessita di una manutenzione che non viene fatta per mancanza di risorse, con grave pregiudizio per la sicurezza; la rete autostradale non va meglio per cedimenti e lavori eseguiti in modo truffaldino; gli edifici scolastici sicuri sono una minima parte e l’assistenza alle persone in difficoltà è uno sfacelo. Per parlare di un’opera assurda che definire «faraonica» è finanche riduttivo, ci vuole veramente un coraggio leonino! Liliana Gissara, Siracusa