«S SCRIGNO DELL’ARTE
IL RINASCIMENTO E LA MODERNITÀ DIALOGANO NEL NOME DI PALLADIO
arà una festa di popolo, un omaggio a Vicenza, ai suoi abitanti e a quanti vorranno apprezzare un luogo d’arte e di storia eccezionale», dice Jacopo Bulgarini d’Elci, vicesindaco, assessore alla Crescita, sottolineando titolo e sottotitolo dell’evento: Invito a Palazzo/ Un museo per la città, la città in un museo.
Nelle parole c’è orgoglio civico e un’idea di offerta del patrimonio artistico, di celebrazione, diversa se paragonata alle «anteprime» sovente destinate a un pubblico selezionato. Non sarà così. Domani, Palazzo Chiericati, capolavoro di Andrea Palladio, si inaugura, dopo un restauro (per indicare una cifra, renderà fruibili 2.960 metri quadri spazi espositivi a fronte dei precedenti 1.530) con una grande festa in piazza Matteotti. Un’isola affacciata sul porto fluviale, dove sorge l’imponente edificio.
Quindi, l’ingresso libero nelle sale, in orario eccezionalmente prolungato. Accanto al vicesindaco («Palazzo Chiericati deve diventare una straordinaria macchina delle emozioni per tutto un territorio, una porta sulle bellezze di Vicenza e della sua provincia»), c’è uno degli artefici di questa rinascita: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore scientifico dei Musei Civici di Vicenza. Ad affiancarlo sono stati l’architetto Emilio Alberti, direttore tecnico, e Mauro Zocchetta, responsabile dell’allestimento. I costi dell’opera relativa sia al restauro della struttura palladiana, sia all’ala novecentesca, ammontano a 6 milioni e mezzo. Il completamento avverrà con il recupero dell’ala ottocentesca. Mentre attraversiamo i monumentali spazi palladiani, Villa racconta: «I capolavori patrimonio dei Civici Musei vicentini, che vantano una collezione superiore alle 4500 opere, fra le più estese dei musei civici italiani si potranno godere in un’ottica museografica innovativa».
E fa un esempio: «Prendiamo le grandi pale d’altare e le cornici lignee compiute per la soppressa chiesa di San Bartolomeo. Qui sono riallestite in un ambiente che restituisce la suggestione degli spazi originari e il rapporto con gli altari lapidei di oltre 5 metri che ammantavano le creazioni di Bartolomeo Montagna, iniziatore e magistrale interprete del rinascimento vicentino. Accanto a lui, altri vicentini, artisti di notevolissimo livello. Insomma, una chiesa restituita in un museo. I cui spazi ospitano opere di molti secoli, dal 1200 al 2004». I maestri della pittura veneta sono i più numerosi, ovviamente. Ad essi è dedicata una sala, che di sicuro colpirà lo sguardo del visitatore. Nomi rappresentativi dei più diversi e innovativi linguaggi del Manierismo veneto: Jacopo Bassano, Jacopo Robusti detto Tintoretto, Paolo Caliari detto Veronese, Giovanni Antonio Fasolo. Ma lungo il percorso espositivo si trovano anche artisti italiani ed europei. Pittori e scultori. L’importanza museale di Palazzo Chiericati si evince, tra l’altro, dalle richieste di «prestiti» delle opere. «Da ogni parte del mondo», dice il professor Villa.
Fra i lavori di recupero dell’edificio palladiano va menzionata una porzione particolarmente significativa: i sotterranei. Completamente interrati, sono stati svuotati, sistemati e restituiti a spazio museale. Ambiente ideale per ospitare la mostra (8 ottobre 2016-26 febbraio 2017) dedicata alla prima Guerra Mondiale: Ferro, Fuoco, Sangue/ Vivere la Grande Guerra. Allestimento davvero originale. Né «memorabilia» né toni «celebrativi», ma potentissime immagini stranianti, realizzate da Giuliano Francesconi, secondo i canoni sofisticati dello still life. Con lui ha lavorato lo storico Mauro Passarin. Tutto nasce dalla missione di volontari raccoglitori che si sono spinti
fra il Pasubio, l’Altipiano e il Grappa, prendendo ciò che continua a restituire la terra, disgelo dopo disgelo. Resti di guerra trasfigurati dall’occhio del fotografo.
Un’altra sorpresa ci riserva «Invito a Palazzo»: in una sala al piano terra, ecco in mostra il Cristo crocifisso in un cimitero ebraico di Giovanni Bellini, opera concessa da Palazzo Thiene, sede storica della Popolare di Vicenza (8 ottobre-26 febbraio 2017). Altre due opere dell’ artista sono visibili in città (nello stesso periodo): La Trasfigurazione di Cristo (Palazzo Leoni Montanari) e Battesimo di Cristo (Chiesa di Santa Corona).
L’allestimento Sono stati recuperati anche i sotterranei: svuotati e restituiti allo spazio museale