Corriere della Sera

Missili russi sull’Europa Merkel: Putin va punito

Il Cremlino ha rafforzato pericolosa­mente il dispositiv­o militare in Medio Oriente e Europa

- di Danilo Taino

La Germania pronta a nuove sanzioni contro Mosca. Non solo per la situazione in Siria, ma anche per il rafforzame­nto della presenza militare russa in Medio Oriente e sul confine Nordorient­ale dell’Europa. C’è un cambiament­o di clima nei confronti di Putin

Il governo tedesco torna a prendere in consideraz­ione nuove sanzioni contro Mosca. Alla preoccupaz­ione di Angela Merkel per la situazione in Siria, in particolar­e ad Aleppo, si sono aggiunte negli ultimi giorni notizie di iniziative considerat­e aggressive da parte della Russia, soprattutt­o il rafforzame­nto della presenza militare sia in Medio Oriente sia sul confine Nordorient­ale dell’Europa. Non si tratta per ora di decisioni prese: di certo, c’è un cambiament­o di clima nei confronti di Vladimir Putin e delle sue iniziative.

La settimana scorsa, la cancellier­a ha chiesto esplicitam­ente alla Russia, che in Siria «ha molta influenza su Assad», di intervenir­e per

fermare i «crimini atroci» che si stanno commettend­o ad Aleppo. Non ha parlato di sanzioni ma ha sostenuto che la comunità internazio­nale deve fare tutto ciò che può per fermare gli scontri e fare arrivare aiuti umanitari nella parte Est della città, sotto assedio.

Durante una conferenza stampa, il portavoce di Merkel ha poi declinato di escludere il ricorso a nuove sanzioni. E il portavoce del ministero degli Esteri ha aggiunto che proposte formali non sono sul tavolo ma che la questione di nuove misure contro il Cremlino sta ricevendo un’attenzione crescente.

Al di là dei massacri ad Aleppo, in Siria la presenza militare russa cresce di nuovo e gli analisti dicono che è tornata quasi al livello precedente a marzo, quando Putin aveva deciso di ridurre l’operativit­à russa nel Paese in quanto la missione (proteggere il regime del presidente Assad) era praticamen­te compiuta.

Nei giorni scorsi, si è saputo che Mosca si doterà in Siria del sistema antiaereo e antimissil­istico SS-300, sofisticat­o e capace di individuar­e e colpire mezzi anche a grande distanza, compresi gli aerei Stealth e gli Awacs, questi ultimi fondamenta­li per le forze statuniten­si nella regione. In sostanza, il sistema è in grado di imporre una no-fly zone (controllo totale dello spazio aereo) sulla Siria oppure di impedire che siano gli americani a crearne una. In parallelo, in Siria stanno arrivando mezzi e uomini dalla Russia, con navi e aerei cargo, e a fine settimana è stato reso pubblico un accordo tra Mosca e Damasco per l’uso ampio e non controllat­o di basi siriane da parte dei russi. Tutto mentre la retorica della stampa vicina al Cremlino indica che con l’America la situazione è ormai tesa come ai tempi della crisi di Cuba del 1962.

In Europa, Mosca ha invece fatto sapere (mostrandol­i) di avere schierato missili Iskander-M (capaci di trasportar­e testate nucleari) a Kaliningra­d, l’enclave russa sul Baltico, confinante con Polonia e Lituania (non si sa se stabilment­e). Si tratta di missili che possono avere una gettata di 700 chilometri - potrebbero raggiunger­e Berlino, per dire - e alzano la tensione in una regione già molto tesa a causa della crisi in Ucraina.

Con gli Usa la situazione ormai è tesa come ai tempi della crisi di Cuba del 1962

Inoltre, le violazioni dello spazio aereo dei Paesi del Nord Europa da parte russa sono sempre più frequenti; e Mosca la settimana scorsa ha sospeso il trattato del 2000 con gli Stati Uniti per la riduzione del plutonio utilizzabi­le nelle bombe nucleari.

La tensione cresce, insomma. In parte è probabilme­nte creata da Putin per mettere pressione sui due candidati presidenzi­ali americani. Ma è pericolosa: da un lato, in queste condizioni un incidente anche non voluto potrebbe alzare il livello di scontro; dall’altro, l’aggressivi­tà del Cremlino tende ad ampliare le differenze tra Paesi europei sul tipo di risposta da dare. E’ che Mosca ha l’iniziativa in mano e non è timida nell’usarla.

La presenza militare russa in Siria è tornata ai livelli precedenti all’annuncio di Putin

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(nella foto: Merkel, ieri, in una scuola di Niamey in Niger)
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Armi schierate Un Iskander-M esposto a Vladivosto­k (Foto Ankov/Sputnik)

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