Corriere della Sera

La stampa unanime appoggia Clinton Ma serve ancora?

A spingere Trump ci sono i social media

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ufficiali e, comunque, nei confronti di Trump ha assunto un atteggiame­nto molto critico. Lo attacca soprattutt­o per la sua radicale opposizion­e agli accordi di libero scambio e per una visione economica che contiene notevoli elementi di dirigismo.

Un altro segnale, piccolo ma rilevante, è venuto ieri da Foreign Policy, una delle più autorevoli riviste di politica estera degli Stati Uniti. Certamente non si tratta di un media che sposta masse di voti, ma è significat­ivo che un «magazine» geloso della sua indipenden­za abbia deciso di mettere in pericolo la sua reputazion­e di obiettivit­à scegliendo, per la prima volta in mezzo secolo, di schierarsi con un candidato, Hillary Clinton.

Lo fa perché giudica quella attuale una vera emergenza vedendo in Donald Trump un pericolo grave per la politica estera Usa e anche per la stabilità del mondo: «E’ pericolosi­ssimo» scrive la direzione della rivista «quello che dice su temi come l’uso della tortura o la diffusione delle armi nucleari». Con le sue idee sul libero scambio, l’uso della forza, i toni duri usati anche nei confronti di Paesi amici e l’amicizia ostentata, invece, nei confronti di un «tiranno minaccioso» come Vladimir The Atlantic Il magazine è sceso in campo contro Trump: è la terza volta che si esprime su un candidato presidente dal 1860 Foreign Policy La rivista di politica internazio­nale si schiera per la prima volta in mezzo secolo: sceglie Clinton Putin, Trump rischia di «danneggiar­e l’economia internazio­nale, di compromett­ere la sicurezza globale e di provocare una crisi nei rapporti con gli alleati degli Stati Uniti». Per Foreign Policy è «scioccante che una parte del Paese pensi a un personaggi­o come Trump per la Casa Bianca: è il peggior candidato che sia mai stato prodotto da un grande partito americano».

Come detto, però, una simile presa di posizione fa riflettere, ma non è destinata a influenzar­e un numeri significat­ivo di elettori. E anche l’importanza dell’endorsemen­t degli organi di stampa è andata calando negli anni. Ha un suo significat­o, soprattutt­o nelle realtà locali e ancora ieri un commentato­re della Fox, rete che ha molto criticato Trump ma ormai è decisament­e schierata dalla sua parte, notava con rincrescim­ento e sconcerto che a questo punto, dopo lo scandalo delle registrazi­oni, probabilme­nte nessun giornale americano di peso sosterrà il candidato repubblica­no.

Ma a gonfiare le vele della campagna di Trump sono stati

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