Il libro-vendetta della giornalista invisa a Hollande
«Licenziata perché troppo di sinistra»
porta la numero due evocando «legittime scelte manageriali». Come tutte le testate l’Obs patisce la crisi globale della stampa (anche se nel 2015 ha venduto in media 400 mila copie a numero): secondo la direzione, per rilanciare il giornale bisognava cambiare la squadra di comando, e sostituire una giornalista stimata per la formazione culturale ma accusata anche di essere poco portata al lavoro di équipe.
Lancelin invece ha parlato subito di motivazioni politieconomista che, confermate da un sms inviatole da Claude Perdriel, figura straordinaria del giornalismo francese, co-fondatore della testata nel 1964 assieme a Jean Daniel e André Gorz e rimasto proprietario di un terzo delle azioni. «Cara Aude, lei ha tutta la mia simpatia ma la decisione dell’ultimo consiglio è irrevocabile — si legge nel messaggio rivelato dal Figaro —. Rispetto le sue opinioni ma penso che abbiano influenzato il suo lavoro».
E quali sono queste opinioni evidentemente incompatibili con il posto di vicedirettrice del giornale ispirato da sempre ai valori della socialdemocrazia? Aude Lancelin si pone alla sinistra della gauche di governo, è contraria alla svolta «social-liberale» di Hollande, Valls e Macron, ed è la compagna di Frédéric Lordon, giudicato l’ideologo del movimento anti-governativo di estrema sinistra Nuit Debout.
Lancelin afferma di essere stata epurata, in virtù di un delitto di opinione, da un sistema di potere socialista «più subdolo» ma non meno invadente del tanto criticato predecessore di destra Nicolas Sarkozy.
Contro il suo licenziamento si sono mobilitati i colleghi dell’Obs e una quarantina di personalità, dagli studiosi Christian Salmon e Étienne Balibar al regista Claude Lanzmann, agli scrittori Laurent Binet, Edouard Louis e Annie Ernaux.
A sei mesi dalle presidenziali, il caso Lancelin rilancia la guerra tra le due sinistre.
@Stef_Montefiori