La geografia politica europea sta mutando, rimescola alleanze e crea nuove emarginazioni La contrapposizione tra lavoro e capitale viene sostituita da quella tra coloro che difendono la sovranità delle comunità nazionali e coloro che si collocano in un’ot
mondialisti, tra coloro che difendono la sovranità delle comunità nazionali e quelli che si collocano in un’ottica globale. I primi, tendenzialmente di destra, si presentano come vicini agli interessi del popolo contro le élite che guardano al mondo invece che ai concittadini. I secondi, tendenzialmente di sinistra, appaiono più preoccupati delle grandi questioni del mondo che dei problemi quotidiani dei concittadini. Questo mutamento è potuto accadere perché le for- ze di sinistra, forse ritenendo di rappresentare in ogni caso gli interessi del popolo più e meglio di altri, come per concessione divina, hanno smesso di occuparsene in modo prioritario. Hanno preferito dedicarsi alla scelta del capitalismo da sostenere e alle riflessioni sui cambiamenti indotti dalla globalizzazione. Si sono perciò trovate al fianco delle élite piuttosto che al fianco del popolo.
Le destre stanno già tentando una sintesi. Hanno incamerato la nuova forza che il capitalismo ha tratto dalla globalizzazione, hanno rivestito di panni popolari il loro tradizionale nazionalismo, si sono schierate contro le élite dando così una rappresentanza al rancore sociale di chi ha pagato il costo più pesante della crisi.
Le sinistre sono più indietro. Dovrebbero riprendere la vecchia abitudine di occuparsi dei bisogni quotidiani delle persone dando spazio non ai loro rancori, ma alle loro speranze. E dovrebbero spiegare che le classi dirigenti si possono e a volte si devono cambiare; ma un Paese senza classi dirigenti è destinato all’ignoranza e all’anarchia.
Progressisti Dovrebbero riprendere a occuparsi dei bisogni quotidiani dando spazio alle speranze della gente
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