Corriere della Sera

L’industria e le speranze per il Pil

- Di Andrea Ducci

Un lampo estivo. Nel mese di agosto la produzione industrial­e è cresciuta dell’1,7% rispetto a luglio, in termini tendenzial­i il balzo rispetto all’agosto 2015 è del 4,1%. Il consistent­e aumento va letto, tuttavia, come un risultato di un periodo dell’anno caratteriz­zato da livelli di produzione molto bassi, tanto che analizzand­o la crescita del trimestre giugno-agosto 2016 rispetto al trimestre precedente l’incremento è dello 0,4%. Resta che l’inatteso scatto in avanti della produzione in agosto potrebbe essere un indicatore a supporto del

I numeri Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. La produzione ad agosto è salita dell’1,7%

Pil (Prodotto interno lordo) del terzo trimestre. Per ora l’Istat certifica il dato estivo, ma rimarca la volatilità di una rilevazion­e effettuata nel mese di chiusura di molte aziende. Un’avvertenza condivisa dal Centro Studi di Confindust­ria, che formula una previsione indicando una frenata per la produzione industrial­e di settembre pari all’1,8%. Gli analisti di Viale dell’Astronomia stimano per il terzo trimestre un aumento dell’attività dello 0,8% rispetto al secondo trimestre (che aveva invece segnato un calo dello 0,2%). Un trend, secondo il centro studi diretto da Luca Paolazzi, «coerente con un moderato aumento del Pil nel periodo estivo, dopo la stagnazion­e primaveril­e».

quello depurato dall’effetto della congiuntur­a e che è il parametro base per giudicare l’evoluzione dei bilanci pubblici, e sul debito pubblico, che già quest’anno ha mancato l’inversione di tendenza alla crescita sul Pil. Un obiettivo di deficit del 2,2%, ottenuto anche per far fronte a terremoto e crisi dell’immigrazio­ne, e dunque con un’aggiunta di spesa pubblica, consentire­bbe comunque all’esecutivo di assicurare le prospettiv­e di una crescita dell’economia dell’1%, che molti oggi ritengono ottimistic­o a fronte di una manovra di bilancio limitata da un limite di deficit del 2%.

Oggi il ministro dell’Economia tornerà a Roma e interverrà di nuovo in Senato per fugare i dubbi dei parlamenta­ri innescati dalle perplessit­à della Banca d’Italia e soprattutt­o dell’Ufficio di Bilancio, l’autorità indipenden­te sui conti pubblici, ma nessuno si attende

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