La strategia di Shiseido: «Più globali insieme a D&G»
Il gruppo nato dal capo farmacista della marina imperiale giapponese
«Se gli azionisti sono venuti a prendere me, che non conoscevo né Shiseido né il mondo dei cosmetici, è perché volevano dare una svolta decisiva all’azienda. Il mio mandato è fare di Shiseido un’azienda finalmente globale, che sappia rivolgersi in modo personalizzato e distinto ai consumatori di tutti i continenti».
Un momento decisivo del nuovo corso, oltre alla nomina di Uotani, è la partnership con Dolce & Gabbana. Questa è una fase di grandi manovre nel settore dei cosmetici, con la fusione tra le attività bellezza di Procter & Gamble e Coty, che ha permesso a Dolce & Gabbana di svincolarsi da un contratto trentennale con Procter & Gamble.
Dal primo ottobre, la licenza mondiale di produzione e distribuzione dei prodotti Dolce & Gabbana (cosmetici e profumi) passa a Shiseido. «Mi sono occupato personalmente dell’affare, che per noi Vincent Bolloré (nella foto), presidente da due anni e già primo azionista, rafforza la presa su Vivendi, salendo dal 15 al 20,4% nel capitale del gruppo francese che controlla Canal Plus e Universal Music. Ma i diritti di voto saliranno fino al 29% dal prossimo 20 aprile, quando entrerà in vigore la legge francese che raddoppia i diritti di voto degli azionisti di lunga durata. Una mossa che riflette «la fiducia riposta nella capacità di sviluppo di Vivendi e l’intenzione del gruppo Bolloré di rimanere azionista di riferimento a lungo termine», si legge in un comunicato. «Forse a è molto importante — dice Louis Desazars, capo della regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) —. Puntiamo a raddoppiare le vendite di Dolce & Gabbana fino a superare il miliardo di euro entro i prossimi dieci anni. È un marchio con un’immagine molto forte, nota in tutto il mondo, capace di usare nelle proprie campagne pubblicitarie l’allegria e il sorriso, cosa che non succede di frequente nel mondo della moda». Shiseido beneficio della prossima generazione dei Bolloré», valutano gli analisti di Kepler Cheuvreux. A cominciare da Yannick Bolloré, ceo di Havas e già nel board di Vivendi. Di certo c’è che l’investimento in Vivendi rappresenta ormai quasi 5 miliardi di euro, cioè più della metà della capitalizzazione di Borsa del gruppo Bolloré che in Italia, oltre ad essere primo azionista di Telecom Italia (con il 24,7%), deve ancora risolvere il contenzioso con Mediaset su Premium. aveva perduto negli anni scorsi i profumi Jean-Paul Gaultier, ma la nuova partnership supera ampiamente i contorni della collaborazione precedente.
L’accordo con il marchio italiano dovrebbe permettere a Shiseido di essere più presente in Europa, e ai profumi Dolce & Gabbana di sfondare nel mercato asiatico. «Noi abbiamo una rete molto capillare in Giappone e Asia dove loro non sono ancora distribuiti
Uotani: vogliamo crescere velocemente al di fuori del Giappone
— aggiunge Uotani —. Ma permettetemi di aggiungere che alla base del nostro accordo c’è anche una questione culturale. Quando abbiamo parlato per la prima volta ho sentito che avevamo un linguaggio comune, che Dolce & Gabbana erano interessati ai nostri valori e apprezzavano la nostra capacità tecnologica, il nostro essere in grado di creare prodotti di alta qualità. Si è creata subito una grande fiducia». Shiseido pensa poi di valorizzare l’acquisizione, compiuta nel dicembre 2015, dei profumi Serge Lutens.
Il programma di rifondazione lanciato da Uotani, chiamato «Vision 2020», prevede la nascita di sei regioni con maggiore autonomia: Giappone, Cina, Asia, Europa, America Settentrionale e Meridionale. Tre le divisioni principali: profumi (Parigi), maquillage (New York) e skin care (Giappone).
«Nel mercato delle fragranze siamo già passati dal 2,2 al 5,8 per cento, e puntiamo a raggiungere il 9 per cento entro il 2020», dice Desazars, in modo da passare dal settimo posto mondiale al quinto. Temete incognite causate dalla situazione politica, per esempio dal Brexit? «Per adesso, per fortuna, non ancora — dice Uotani —. Nel nostro mercato possiamo guardare al futuro con fiducia».