Corriere della Sera

Putin fa risalire il petrolio (e rilancia il Turkish Stream)

-

( fr.bas.) Poche parole ma essenziali: «Crediamo che il congelamen­to o addirittur­a la riduzione della produzione di petrolio sia l’unico modo per mantenere la sostenibil­ità del settore energetico», ha detto il presidente russo Vladimir Putin ieri a Istanbul al Congresso mondiale dell’Energia. Dunque «la Russia è pronta a collaborar­e agli sforzi di altri Paesi produttori». A fine settembre è stato l’Opec a trovare l’accordo per limitare la produzione a 32,5 milioni di barili. Il mercato ha reagito positivame­nte e il petrolio è volato sopra i 50 dollari al barile (il Brent a 53,3 dollari e il Wti a 51,8). Ma non è l’unico annuncio arrivato da Istanbul. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ( foto), nel suo discorso inaugurale ha rilanciato il progetto del Turkish Stream (il gasdotto che dovrebbe portare il gas russo in Europa bypassando l’Ucraina), che un anno fa sembrava archiviato per l’acuirsi delle tensioni diplomatic­he tra Mosca e Istanbul dopo l’abbattimen­to del jet russo. Il disgelo era cominciato ad agosto con un primo incontro bilaterale, ma la vera spinta è arrivata lo scorso 5 settembre durante un faccia a faccia a margine del G20 in Cina. Ieri il nuovo incontro con la firma per la costruzion­e del Turkish Stream. Ma la collaboraz­ione tra Russia e Turchia non si limita al gasdotto. Mosca ha confermato anche la costruzion­e della prima centrale nucleare della Turchia, ad Akkuyu.

L’indagine Pwc, effetto Brexit sulle Ipo

(giu.fer.) L’incertezza post Brexit pesa sulle Ipo. Nel terzo trimestre 2016, secondo l’ultima analisi «Ipo Watch Europe» di PwC,le 52 Initial public offering hanno raccolto 3,8 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto ai 4,6 miliardi del terzo trimestre 2015, e in forte diminuzion­e (-65%) anche nel confronto con il 2° trimestre 2016, chiuso con 95 Ipo. Da inizio anno la raccolta si è dimezzata: 18,2 miliardi contro i 35,7 miliardi dei primi 6 mesi 2015, con una stima per l’intero anno di 25 miliardi, meno della metà rispetto al 2015. Londra, nel terzo trimestre, risulta essere la terza piazza più colpita, con un calo delle Ipo del 50% sui tre mesi precedenti. Mentre si distingue l’Italia con l’Ipo dell’Enav, l’unica sul mercato regolament­ato di Piazza Affari nel terzo trimestre 2016, ma che, raccoglien­do 0,8 miliardi, ha rappresent­ato il 20% della raccolta totale europea ed è stata la seconda maggiore Ipo europea del periodo.

Twitter, si sfila anche Salesforce

(f. ch.) Secondo le indiscrezi­oni, sembrava che volessero comprarla tutti. Ora, uno a uno, si stanno sfilando dall’operazione Twitter. Dopo l’uscita di scena di Google, Apple e Walt Disney, ieri è stata la volta di Salesforce. Secondo il New York Times, gli azionisti avrebbero «sospeso» l’ipotesi. Tantissime le email ricevute dal Ceo di Salesforce da parte di soci preoccupat­i dal fatto che la società possa fare un passo più lungo della gamba. Il No decisivo sarebbe arrivato da Fidelity, che con il 14% è il primo socio di Saleforce. E per Twitter è stato un altro colpo: a Wall Street il titolo del social media ha perso quasi il 14%.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy