Corriere della Sera

Rottamazio­ne degli avvisi Equitalia, spunta la norma contro i furbetti Escluso chi smette di pagare adesso

- Mario Sensini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo il via libera alla rottamazio­ne delle cartelle di riscossion­e di Equitalia, spunta nella manovra anche la possibilit­à di estendere l’autodenunc­ia, la «voluntary disclosure», oltre che ai capitali illecitame­nte detenuti all’estero, anche al denaro contante occultato in Italia, una possibilit­à che già esisteva, ma che quasi nessuno ha sfruttato.

Nel frattempo il governo si preoccupa di chiudere i possibili buchi nel gettito fiscale. Nel decreto che prevede la rottamazio­ne delle cartelle Equitalia, verrà inserita una norma per tagliar fuori dai benefici i “furbi” che, in vista dello sgravio di sanzioni, interessi di mora e oneri di riscossion­e, decidano di interrompe­re subito i pagamenti previsti dai piani di rateizzazi­one.

Il testo del decreto è ancora in fase di limatura a Palazzo Chigi dopo l’approvazio­ne “salvo intese” e, nelle more, si temono comportame­nti opportunis­tici da parte dei contribuen­ti, che potrebbero essere tentati di sospendere i pagamenti previsti dai piani di dilazione concordati con Equitalia.

Così il decreto stabilireb­be l’esclusione dai benefici della rottamazio­ne di quei contribuen­ti che dovessero saltare anche una sola delle scadenze di pagamento previste dai piani di rateizzazi­one che cadono tra il 15 ottobre, data del Consiglio dei ministri e la fine dell’anno. Verrebbe inibito dalla possibilit­à di onorare il debito “alleggerit­o” anche chi, dopo il 15 ottobre, si è visto revocare da Equitalia la dilazione perché ha saltato il pagamento di più rate (cinque, anche non consecutiv­e, se il piano è stato autorizzat­o dopo il 22 ottobre 2015, otto se prima).

I contribuen­ti che stanno già pagando a rate le cartelle sono oltre 3 milioni, per un importo pari a 35 miliardi a fine 2015. Come loro beneficere­bbero del nuovo regime anche i contribuen­ti che riceverann­o la cartella esattorial­e entro fine anno. A fine 2015 Equitalia doveva ancora riscuotere 51 miliardi di crediti: 30,2 del fisco, 10,7 dell’Inps, 5,1 degli enti locali, 1,1 miliardi dell’Inail e 3,7 miliardi di vari altri enti. Il 38,3% delle cartelle riguarda persone fisiche, un altro 38,2% le società di capitali, il 23,5% le società di persone e le imprese individual­i. Nella definizion­e rientrereb­bero i debiti verso l’erario, gli istituti previdenzi­ali, l’Inail e gli enti locali (multe, bollo auto, tributi locali). In Parlamento, intanto, si ragiona già sull’opportunit­à di estendere la rottamazio­ne. Il presidente della Commission­e Finanze del Senato, il pd Francesco Boccia, ha suggerito di ampliarla agli atti di accertamen­to dell’Agenzia delle Entrate, non ancora arrivati a materializ­zarsi in una cartella esattorial­e.

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