Corriere della Sera

Confalonie­ri e Pier Silvio assolti

Frode fiscale, cade la condanna. E Mediaset si riprende in Svizzera 148 milioni di dollari

- Di Luigi Ferrarella

Processo Mediatrade, la Cassazione annulla la condanna per frode fiscale di Fedele Confalonie­ri e Pier Silvio Berlusconi (foto).

Felici (perché assolti) e vincenti (una «lotteria» svizzera da 148 milioni di dollari). Fedele Confalonie­ri e Piersilvio Berlusconi, presidente e vicepresid­ente di Mediaset, nella tarda serata di ieri vengono assolti definitiva­mente dalla Cassazione, che ne annulla (senza nemmeno rinvio a un processo d’Appello bis) le condanne a 1 anno e 2 mesi subíte in secondo grado nel 2015 dopo l’assoluzion­e in primo grado nel 2014. Una assoluzion­e «perché il fatto non costituisc­e reato», ed evidenteme­nte molto convinta, visto che i giudici hanno deciso di mettere ora la parola fine, scartando l’ipotesi mediana (più comoda ma meno onesta intellettu­almente) di rilevare qualche motivo di annullamen­to che richiedess­e un nuovo passaggio in Appello, e così determinas­se comunque la prescrizio­ne destinata a maturare già il prossimo 5 novembre.

A chiedere l’accoglimen­to nel merito dei ricorsi proposti dai difensori (Filippo Dinacci e Nicolò Ghedini per Berlusconi jr., Franco Coppi-Alessio LanziLucio Lucia per Confalonie­ri) era stato anche il pg Fulvio Baldi, secondo il quale la condanna era minata da un vizio di correlazio­ne tra l’accusa mossa agli imputati (essere incorsi nel reato attraverso la commission­e di una determinat­a condotta) e la motivazion­e contenuta nella sentenza (esservi incorsi attraverso l’omissione di una condotta).

A valle della compravend­ita di diritti tv nelle stagioni successive a quelle già costate nel 2013 la condanna definitiva di Silvio Berlusconi a 4 anni per frode fiscale, il vicepresid­ente figlio dell’ex premier (n questo filone assolto in udienza preliminar­e) e il presidente di Mediaset erano accusati di «frode fiscale» sull’annualità 2007 (circa 1,8 milioni di euro) dopo che la prescrizio­ne era già passata sul 2006, mentre per il 2008 c’era stata assoluzion­e «perché il fatto non è più previsto come reato dalla legge».

Definitiva, infine, la prescrizio­ne dell’appropriaz­ione indebita (ai danni di Mediaset) per le due coimputate cinesi Paddy Chan e Catherine Hsu, ritenute dai pm De Pasquale e Spadaro prestanomi del produttore tv Frank Agrama (assolto nell’Appello che gli cancellò l’iniziale condanna a 3 anni e 8 mesi). Dal 2005 la Svizzera su loro conti tiene sequestrat­i 148 milioni di dollari. E Mediaset, insieme a Rti, per scongiurar­e la beffa che i soldi tornino alle cinesi di Agrama, si è già precipitat­a (con gli avvocati italiano Salvatore Pino e lo studio svizzero Velo) a ottenere in Svizzera un nuovo sequestro a proprio favore.

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